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Eremo di Montecasale

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Eremo di Montecasale
Frazione Basilica, 59
52037 Sansepolcro (AR)
Tel 0575 742648
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Situato sulla parte di dorsale appenninica che sovrasta Sansepolcro, a quota 807 metri e nel territorio comunale di quest'ultima, dal cui centro urbano dista quasi 8 chilometri, l'eremo di Montecasale ha un'origine antichissima, persino antecedente a quella della città, che risale all'anno 1012 come nucleo originario. Ebbene, due secoli prima dell'anno 1000 venne eretta una fortificazione a Montecasale, che serviva per controllare il passaggio fra l'alta Val Tiberina e le Marche. In seguito, il luogo venne affidato ai Frati Camaldolesi che lo adibirono ad ospizio dei pellegrini e successivamente a centro di assistenza per malati. Nel 1212 circa il luogo fu donato a San Francesco dal vescovo di Città di Castello e da allora abitato dai Francescani. In particolare, dal 1537 con la bolla di Papa Paolo III dal titolo "Exponi-vobis", fu affidato definitivamente ai frati Francescani Cappuccini i quali, da allora, lo custodiscono ininterrottamente. Ed è con ogni probabilità proprio dal 1500 che l'eremo assume l'aspetto attuale. L'eremo di Montecasale è una delle tappe che caratterizzano l'itinerario francescano da Assisi al Santuario della Verna.

La Storia

A livello architettonico, l'eremo di Montecasale ha subito nei secoli varie risistemazioni, oltre a restauri e ampliamenti. Oggi si presenta come un articolato, piccolo e racchiuso complesso costituito da refettorio e cucina insieme alla sala del pellegrino a piano terra e da celle, biblioteca, chiostro, chiesa, coro e sagrestia al piano superiore. Nel dorsale dell'altare maggiore della piccola chiesa, fatto in noce e scolpito da un frate nel XVII secolo, è posta una statua di Madonna col Bambino datata come epoca al XIII secolo. Nel piccolo e raccolto coro si trovano quadretti di ceramica del 1600 che raffigurano episodi di vita di San Francesco e fatti riguardanti Montecasale e una tela del 1500 raffigurante San Francesco che si disseta al Costato di Cristo. Nel corridoio che collega la chiesa al chiostro, si trova la Cappella del Crocifisso; in essa, sull'altare, è posto un bel crocifisso del 400 e nel reliquiario si trovano i resti dei ladroni convertiti, la tonaca del beato Ranieri della Montagna ed ancora, sulla destra, in una nicchia una Pietà di creta che ricorda la Pietà di Michelangelo modellata probabilmente tra il XVII e il XVIII secolo. All'esterno del convento sono visibili la fonte di San Francesco, che secondo alcuni sarebbe stata fatta scaturire da lui stesso; la fonte di "Grappa l'Orso", nella quale bevevano i tre ladroni; il Sasso Spicco e l'orto. E poi, la storia particolare legata ai cavoli. Scrive Fra Bartolomeo da Pisa: due giovani si sarebbero recati dal beato Francesco, pregandolo di essere ricevuti dall'Ordine; per provare la loro obbedienza, il beato Francesco li condusse nell'orto dicendo: "Venite, piantiamo dei cavoli; e come vedete fare a me, piantate anche voi alla stessa maniera!". Uno di essi lo imitò; l'altro, invece, non lo fece e disse: "Padre, i cavoli si piantano all'incontrario!". Il beato Francesco si raccomandò che facesse come lui, ma il giovane si rifiutò perché lo riteneva sbagliato. E allora il beato Francesco gli disse: "Vedo che sei un gran maestro e allora vai per la tua strada, perché non sei adatto per il mio ordine. Pertanto, venne accettato solo il giovane obbediente. Ancora oggi, nell'orto di Montecasale si coltivano cavoli.

Dove Siamo

Per arrivare all'eremo di Montecasale bisogna raggiungere la città di Sansepolcro. Da Arezzo, vi è la possibilità di farlo sia in auto (25 minuti di tempo), sia in pullman; percorrendo la superstrada E45, si esce allo svincolo per la città, ma per chi proviene da sud è consigliabile uscire a San Giustino. Nel centro urbano della città, in zona sud, vi è poi il bivio per Montecasale: 7 chilometri di strada in continua ascesa e fra l'ombra dei boschi.

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