Scheda - Turismo con Gusto

Seguici su

Abbazia di San Bartolomeo

Italiano
Abbazia di San Bartolomeo
Loc. Badia Vecchia
58043 Castiglione della Pescaia (GR)
Tel 0564 933678
Fax 0564 933954
Richiesta informazioni

L'abbazia di San Bartolomeo a Sestinga si trova nel Comune di Castiglione della Pescaia, a circa un chilometro a nord della frazione di Vetulonia, in provincia di Grosseto e sorge sul poggio di Badia Vecchia, inglobata in un complesso rurale. Nel secolo XI era stato fondato qui il primo monastero, poi spostato alla fine del XII secolo nella località "Il Convento", dove si trovano i ruderi di un'imponente costruzione a pianta rettangolare con una torre angolare. La prima edificazione dell'abbazia risale ad un anno tra il 1014 ed il 1024: lo attestano un atto del 1025, il più antico fra i molti pervenuti che trattano del patrimonio di San Bartolomeo, ed un placito del 1038 in cui è riferito che il monastero fu eretto "ai tempi di Errico imperatore". Ciò avvenne nella località, ai piedi del Poggio di Vetulonia, conosciuta già dal secolo XIII come 'Badia Vecchia', nel dominico di una corte chiamata Curte Maimberti in territorio di Sestinga.

La storia dell'abbazia

Come per tutti i monasteri benedettini della Maremma grossetana, anche per quello di Sestinga non è pervenuta la "carta di fondazione", ma recenti studi hanno chiarito, sulla base di un'informazione contenuta in un documento del 1072, che fondatore del monastero fu un aristocratico lucchese, Ranieri del fu Roffrido, presente in Sestinga nel 1006 e la cui famiglia è documentata avere numerosi possessi nella zona. Anche per San Bartolomeo, dunque, si ripete il diffusissimo fenomeno della fondazione di un "monastero di famiglia", e l'edificazione del monastero costituisce il momento in cui culmina la lunga vicenda delle azioni intraprese nel secolo X per il recupero dal degrado del patrimonio vescovile lucchese nella zona compresa fra il Lago Prile e lo Stagnum Portilionis. Col vescovo Gherardo II, particolarmente per la corte di Collicle, l'intervento dell'episcopato lucchese assume le caratteristiche di vera e propria azione colonizzatrice. Sono pervenute carte che attestano di numerose donazioni effettuate a beneficio del monastero e di acquisti di terre operati dai suoi abati e già nel 1055, in un placito tenuto dal cancelliere e messo imperiale Gunterio, all'istituzione viene riconosciuta la legittimità del possesso di un gran numero di terre, non solo in prossimità di Sestinga e del mare, in Alma e Portilione, ma anche in territorio populoniense, nel Cornino. Altre carte dell'XI secolo, in particolare quella del 1069 che ricorda la donazione di molte terre in territorio di Tatti da parte di un Gherardo del fu Pietro (probabilmente un nipote del fondatore del monastero) e il citato livello di decime del vescovo Dodo del 1072, confermano della formazione di un patrimonio monastico assai importante, dilatatosi sensibilmente anche dopo la metà del secolo XI e che gli abati si adoperano ad incrementare ancora nel XII. Antagonista del monastero nell'area che va da Sestinga al mare è la consorteria dei Lambardi di Buriano, dei cui tentativi d'impadronirsi di terre di San Bartolomeo probabilmente è testimonianza già il placito del 1055: la contesa è tanto aspra da far sì che ancora nel 1241 l'impossibilità d'accordo fra le parti impone la nomina di arbitri per dirimere questioni di possesso. Nondimeno è probabilmente proprio da un'intesa con i Lambardi che il monastero ottiene la terra sulla quale edifica la nuova abbazia sul finire del secolo XII. La località, in prossimità di Vetulonia, in cui ne sono visibili i resti è infatti ottenuta da San Bartolomeo nel 1181 grazie ad una permuta di terre col monastero di San Pancrazio ad lutum, eretto su un'isoletta del Lago Prile, istituzione che è sotto la tutela della consorteria burianese, come sembra attestare la documentazione che sempre registra la presenza di suoi membri negli atti compiuti dagli abati di San Pancrazio. La prosperità testimoniata dal trasferimento dell'abbazia dura ancora per qualche decennio, grazie anche ad iniziative come quella del 1225, che vede il monastero pattuire una "soccita" con importanti cittadini senesi, ovvero stipulare un contratto per il quale l'abate s'impegna al mantenimento di un buon numero di capi di bestiame, in cambio di un compenso consistente nella metà delle rendite. Analogamente a tutti gli altri monasteri benedettini, però, anche San Bartolomeo verso la metà del XIII secolo decade in ragione del superamento del proprio sistema organizzativo e nel 1258 passa sotto la giurisdizione degli eremiti agostiniani. Questi, alienandone il patrimonio e dunque rendendola priva dell'antica importanza politica ed economica, riducono l'abbazia a puro centro spirituale. Come tale sopravvive stentatamente fino al 1503, allorché papa Alessandro VI sottopone San Bartolomeo al convento di Sant’Agostino di Siena. Dopo un secolo e mezzo, come attesta il Gherardini, il monastero è da tempo soppresso e, nella chiesa, non abitata dagli agostiniani a causa dell'aria cattiva e custodita da un "romito", la celebrazione della messa è assicurata una sola volta alla settimana. Nel XVIII secolo anche la chiesa, ritenuta ormai inutile perché troppo lontana dal paese, è fortemente degradata, tanto che gli agostiniani ne vorrebbero la demolizione, evitata grazie all'intervento del vescovo di Grosseto. Alla fine del secolo il monastero è adibito dagli agostiniani a fattoria, e la chiesa è ridotta a magazzino. Con la soppressione dell'istituzione decretata da Leopoldo II, i suoi beni sono allivellati ad abitanti di Vetulonia, al fine di favorire l'economia della zona.

Dove Siamo

Per arrivare all'abbazia di San Bartolomeo a Sestinga, via Grosseto, bisogna percorrere la strada 322 fino a Castiglione della Pescaia, mentre da Livorno si percorre la strada statale Aurelia fino a Follonica, poi la 322 fino a Castiglione della Pescaia. Per chi arriva in treno, dalla stazione ferroviaria di Follonica collegamenti con autobus.

Servizi

E' possibile visitare l'abbazia tutti i giorni dal lunedì alla domenica. Per informazioni sulle visite contattare l'Azienda per il Turismo (APT) della Maremma ubicata in Piazza Garibaldi al civico numero 6.

Commenti inseriti dai visitatori

Non ci sono commenti per questa struttura.

Lascia un commento

Ricerca guidata struttura/evento