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Certosa di Firenze

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Certosa di Firenze
Via della Certosa, 1
50124 Firenze (FI)
Tel 055 2049226
Fax 055 2048023
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La Certosa di Firenze, che domina il colle del Galluzzo, fu realizzata su commissione del banchiere Niccolò Acciaiuoli nel 1341, Gran Siniscalco del Regno di Napoli e Vicerè di Puglia, che l'affidò ai Certosini. Alla sua morte (1365), l'edificio era quasi completato. Il nome e la tipologia edilizia derivano dalla prima casa, la Grande Chartreuse dell'ordine dei certosini costruita nel 1084 da San Bruno sul Massiccio della Chartreuse, vicino a Grenoble, e come tutte le certose anche questa è ubicata distante dalla città, in un luogo in origine solitario e silenzioso. In origine lo scopo della struttura era quello di ospitare i giovani che volevano intraprendere gli studi umanistici. Nel 1810, ecco la soppressione napoleonica, molte opere d'arte vennero sottratte al monastero e non tutte poterono essere recuperate. I monaci Certosini abbandonarono la certosa nel 1866 in quanto era diventata di proprietà dello Stato, fino a che, nel 1958, tornò ad essere gestita dai monaci, ma questa volta dell'ordine cistercense. I frati Certosini avevano compiuto numerosi studi scientifici il loro lavoro è documentato dalla presenza di una meridiana e due orologi orizzontali posti nel portico del chiostro.

La Certosa

La Certosa è composta da vari edifici: chiesa, sala capitolare, sagrestia, refettorio, chiostri, officine e abitazioni per i monaci ed i conversi. Venne progettata per accogliere al massimo 18 monaci di clausura e 5 fratelli conversi, come si può notare dal numero di abitazioni presenti in tutta la struttura. I monaci di clausura disponevano di una cella piuttosto grande, poiché vi dovevano trascorrere la quasi totalità della loro esistenza, in meditazione. Potevano uscire dalla cella solo in occasioni particolari, come ad esempio la domenica, per il pranzo, per la preghiera e per l'unica ora di colloquio settimanale. Tutti gli altri giorni, i monaci eremiti restavano nella loro cella, che era composta da due piani ed una cantina. Al pian terreno, si trovava una sala per il pranzo, munita di camino e di una piccola dispensa a muro chiusa da uno sportello che fungeva anche da tavolo ribaltabile; la saletta serviva ai monaci per mangiare in tutti i giorni diversi dalle domeniche e dalle festività, quando tutti si riunivano e mangiavano in silenzio, ascoltando la lettura dei Vangeli, testi sacri e della Regola, che avveniva da un pulpito sito nel refettorio. I pasti venivano serviti dai fratelli conversi tramite uno sportello accanto alla porta della cella. Allo stesso piano del refettorio, si trovavano una piccola stanza con la veduta della vallata, il servizio ed una cameretta con letto e inginocchiatoio. Fuori, il giardinetto personale, che conduceva alla cantina. Al piano superiore, si trovava invece lo studio. Il monastero fu completato più velocemente, entro il 1395, anno della consacrazione. I rifacimenti e abbellimenti vari che furono aggiunti nel corso degli anni, fino al XVII secolo, lo caratterizzano comunque con un aspetto composito, con un predominare dello stile tardo-rinascimentale, caratterizzato da un misurato classicismo. Il piazzale fa da raccordo tra il palazzo e la chiesa di San Lorenzo, che vi si affaccia. Fu costruito tra il 1545 e il 1550. Sul piazzale si affaccia la Foresteria, destinata ad accogliere gli ospiti del monastero. Venne completata tra il 1575 e il 1580, ma l'aspetto definitivo venne assunto solo alla fine del Settecento. È composta da tre grandi ambienti, detti anche Appartamento del Papa in ricordo del soggiorno di Pio VI, qui tenuto priogioniero tra il 1798 e il 1799, e Pio VII nel 1809. La fondazione della chiesa di San Lorenzo, a navata unica, risale al Trecento: fu iniziata nel 1341 e consacrata nel 1394. Fu trasformata nel XVI secolo, epoca in cui fu costruita la facciata in pietra serena da Giovanni Fancelli (1556), ornata dalle statue di San Lorenzo, patrono della chiesa, e San Bruno, patrono dell'ordine, entro due nicchie.

La Chiesa

La chiesa è divisa in due parti distinte, una destinata ai monaci di clausura ed una destinata ai fratelli conversi che li assistevano. Nel 1556-1558 venne elevata la parte anteriore, dove oggi si trovano i dipinti di Felice Ficherelli (Vergine che appare a San Filippo Neri, 1657-1659), Tommaso Garelli (San Benedetto tra le spine, 1601), Rutilio Manetti e aiuti (Santi e beati certosini). La parte più antica è invece il presbiterio e il coro dei monaci, ai quali si accede tramite un portale in pietra serena cinquecentesco, scolpito da Simone Bassi. Straordinari sono gli stalli in noce intagliati, opera del 1570-1590 di Angelo Feltrini, con l'aiuto dei figli di Giuliano di Baccio d'Agnolo e Domenico Atticciati. Nel Palazzo Acciaiuoli, con architetture trecentesche, si trova la Pinacoteca con opere di Pontormo, Orazio Fidani e Billivert. La prima sala della Pinacoteca è un vasto salone coperto a capriate, che sulla parete sinistra accoglie i cinque affreschi con Scene della Passione staccati dalle lunette del chiostro grande, che furono realizzati dal Pontormo (1523-1525) durante il suo soggiorno alla Certosa per sfuggire all'epidemia di peste che imperversava a Firenze. Gli episodi dipinti, derivati da xilografie di analogo soggetto di Albrecht Dürer, sono: Orazione nell’orto, Gesù davanti a Pilato, salita al Calvario, deposizione della croce e resurrezione. I lunettoni vennero staccati solo nel 1952 ed oggi sono molto sciupati, sia per l'azione degli agenti atmosferici che per alcuni sfortunati interventi di restauro; nella stessa sala sono anche esposte copie eseguite nel tardo cinquecento da vari artisti: Ludovico Cardi detto il Cigoli (Orazione nell'orto), Jacopo Ligozzi (Cristo davanti a Pilato), Giovan Battista Naldini (Salita al Calvario), un anonimo pittore nordico (Deposizione) e l'Empoli (Resurrezione).

Dove Siamo

Per arrivare alla Certosa di Firenze, si percorre l'autostrada A1, e si esce all'omonimo svincolo prima di imboccare la provinciale per Galluzzo. Stazione ferroviaria, quella di Firenze Santa Maria Novella, poi proseguire con un bus locale.

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