Una vacanza ad Orvieto

Una vacanza ad Orvieto

Centro etrusco molto importante, si chiamava forse «Volsinii Veteres» e raggiunse il massimo della potenza intorno al VI secolo avanti Cristo. Poi decadde, riprendendosi nel primo Medioevo con il nome di « Ourbibenton» (da cui « Urbs Vetus», Orvieto). Fu dei Goti, dei Bizantini, ancora dei Goti e infine dei Longobardi. Libero Comune nel secolo XI, si ribellò ai rettori pontifici, finché fu riconosciuto da papa Adriano IV. Cominciarono ben presto guerre con Siena e Viterbo, Perugia e Todi. Papa Martino IV vi stette dal 1281 al 1284, ma il popolo si ribellò ai suoi seguaci francesi. Ancora scontri tra potenti famiglie locali, eppoi un susseguirsi di Signorie esterne fino al 1450, quando divenne dominio della Chiesa. Vi si rifugiò papa Alessandro VI, seguito, dopo il Sacco di Roma, da Clemente VII. Guerre e lotte, tuttavia, non impedirono agli Orvietani di costruire alcuni edifici tra i più belli d'Italia. Per le vostra visita vi consigliamo di vedere: Il Duomo. Meraviglioso esempio di architettura romanico-gotica, ricchissimo di opere d'arte, custodisce tra l'altro il Sacro Corporale. Iniziato nel 1290, fu poi continuato da Lorenzo Maitani (dal 1318 al 1330), al quale si deve in particolare la mirabile facciata, con i suoi eccezionali bassorilievi. L'interno è ornato di importanti opere, tra le quali i celebri affreschi di Luca Signorelli e il Reliquario del Corporale.
I Palazzi dei papi, austeri edifici duecenteschi intitolati a Urbano IV, Martino IV, Bonifacio VIII. In quest'ultimo, detto anche Palazzo Soliano, c'è il Museo dell'Opera del Duomo. Il Palazzo del Popolo, romanicogotico del XII secolo, con maestosa scala esterna e facciata merlata con trifore. Notevole è anche il Palazzo Comunale che fu costruito nei primi decenni del 1200 e rifatto nel 1500. Naturalmente la visita doverosa e più appassionante è quella all'interno del Duomo, dopo averne ammirata la facciata elegantissima, che è larga 40 metri e alta 52 ed è impreziosita da mosaici e dallo splendido rosone di Andrea Orcagna. Le opere d'arte custodite nella chiesa sono centinaia: ma meritano particolare attenzione gli affreschi della Cappella Nuova (eseguiti dal 1499 al 1504 da Luca Signorelli, che vi raffigurò Paradiso e Inferno, eletti e reprobi e varie scene con profeti, angeli e santi) e, nell'apposita cappella, il Reliquario del Corporale: il celebre capolavoro d'oreficeria eseguito nel 1337-1338 dal senese Ugolino di Vieri, custodisce il Corporale che nel 1263 si macchiò di sangue allorché un prete boemo, celebrando la Messa senza fede, spezzò l'ostia consacrata. Il Museo dell'Opera del Duomo, con dipinti di Simone Martini e Luca Signorelli, statue lignee delle Scuole fiorentina, francese e del Maitani. Il Museo Claudio Faina. comprende una raccolta, donata circa un secolo fa dai conti Faina, di archeologia etrusca: vasi firmati da antichi artisti, monete, buccheri, bronzi e un sarcofago trovato nel 1912, oltre ai cimeli scavati una ventina di anni fa nella necropoli Crocifisso del Tufo. Il Pozzo di San Patrizio: singolare costruzione progettata da Antonio da Sangallo il Giovane e voluta da papa Clemente VII durante il suo soggiorno a Orvieto allo scopo di rifornire d'acqua la città in caso d'assedio. È profondo 62 metri e largo 13, con due scale sovrapposte e indipendenti di 248 scalini molto bassi in modo da permettere la discesa e la salita delle bestie da soma. Le scale, a chiocciola, ricevono luce da 72 finestre aperte nell'immensa canna. Il pozzo ha questo nome perché somiglia alla caverna irlandese di San Patrizio.



Saturno Comunicazione Sas
15/11/2012 16:56:05
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