Il vento del mare accarezza le mura di Gradara portando voci, musiche e amori

Gradara si identifica con la sua Rocca. All'inizio era una semplice torre di guardia costruita dalla famiglia Griffo nella seconda metà del XII secolo. La sua struttura fondamentale risale agli interventi malatestiani databili tra il 1293 e 1324. I manufatti più importanti restano il mastio, il "castellare" (la prima residenza signorile con le splendide stanze, nell'ala della rocca considerata insieme al mastio la più antica) e un'ala porticata del cortile. Tra il 1442 e il 1462 si registrano gli ampliamenti di carattere essenzialmente militare voluti da Sigismondo Pandolfo Matatesti, come la torre angolare a base poligonale. Giovanni Sforza, in occasione del matrimonio con Lucrezia Borgia, aggiunse due ali al cortile interno e uno scalone d'onore per accedere alle sale del piano nobile che furono affrescate e arredate con mobili preziosi. Altri interventi furono eseguiti nel 1726 dal cardinale Annibale Albani, nipote di Papa Clemente XI. Passata in mani private nella seconda metà dell'Ottocento, la rocca subì rovinose modificazioni. L'ultimo proprietario privato cercò di ripristinare la struttura originaria alterata dai troppi interventi succedutisi nei secoli e la arredò, come tuttora si vede, con mobili e quadri provenienti dal mercato antiquario e secondo il gusto dannunziano del tempo. Degni di ammirazione all'interno sono gli affreschi del bolognese Amico Aspertini (1496-99) e la stupenda pala in terracotta invetriata di Andrea Della Robbia (1480 ca.) rappresentante La Madonna con Bambino e Santi. L'altro capolavoro custodito in una sala della rocca è la pala d'altare datata 1484 di Giovanni Santi, padre del grande Raffaello, proveniente dalla pieve di S. Sofia, in cui appare il primo modello iconografica di Gradara, con la sua grande selva di torri e mura merlate. La piccola pinacoteca comunale qui allestita contiene inoltre opere di Bartolomeo Vivarini, Gian Giacomo Pandolfi, Benedetto Coda. Come la rocca anche le mura sono di origine malatestiana. La prima cinta è a ridosso della rocca con merli guelfi e ghibellini. La seconda cerchia è più estesa e racchiude oltre la rocca anche il centro storico di Gradara. La cortina muraria è intervallata da quattordici torri e da una porta fortificata con le insegne e gli stemmi degli Sforza, dei Della Rovere e dei Farnese. I cammini di ronda, le torri di avvistamento, le gallerie sotterranee, le robuste cortine animate da una moltitudine di feritoie completano il suggestivo quadro della nostra immaginazione medievale.
18/09/2012 18:11:41