Il "Dito del Diavolo" ad Ascoli Piceno

Il "Dito del Diavolo" ad Ascoli Piceno

Al Colle San Marco e alla Montagna dei Fiori si arriva da Ascoli Piceno percorrendo una serie di tornanti, tra bellissimi castagneti, dai quali si gode il panorama della città. In prossimità di Piagge, piccola frazione con abitazioni del '500, sorge l'Eremo di San Marco (XII sec.), una chiesetta rupestre addossata ad una parete rocciosa. A poca distanza un grosso sperone di travertino spunta dal bosco: è il cosiddetto "Dito del Diavolo", una alta pietra dove ancor oggi si svolgerebbero rituali di fertilità ma che viene utilizzata come palestra di arrampicata per amanti del bouldering. Chi voglia andare a caccia di altri misteri ha importante materiale per la sua immaginazione ancora nei sotterranei della Villa del Balì, forse luogo di iniziazione a ordini cavallereschi e di rituali esoterici e può cercare di dare una sua lettura dell'ipogeo di Piagge, originale ambiente sotterraneo che servì forse da tomba o fu grotta eremitica o forse luogo di rifugio in momenti di pericolo per il piccolo castello sovrastante. Mistero è una parola dai molti significati. Chi voglia aprire uno spiraglio sui misteri di un cielo notturno o della volta celeste ha a disposizione uno strumento di prim'ordine nell'Osservatorio astronomico e nel Planetario della Villa del Balì presso Saltara. Altri apparenti "misteri", dalle illusioni ottiche ai paradossi della meccanica sono spiegati con chiarezza e rigore scientifico nei vari ambienti della villa che accoglie uno dei pochi aggiornatissimi musei della scienza presenti in Italia. L'edificio settecentesco rappresenta inoltre una delle tipiche residenze signorili di campagna, che le famiglie nobili delle vicine città costruivano come luoghi di delizia e di svago. Se ne trovano un po' ovunque nelle colline. Alcune, di notevole ampiezza, raggiungono anche un'elevata qualità architettonica e decorativa (vedi anche "La Palazzina", non lontana dal Metauro in comune di S. Ippolito), altre sono più modeste (casini di campagna), ma sempre dignitose e costruite secondo moduli architettonici che le distinguono dalle umili case coloniche. Pregevoli esempi si trovano a Bargni di Serrungarina, con Villa Federici (1683) circondata da un piccolo bosco con rare specie arboree, e Villa Serafini (XIX sec.). A Mondavio si trova l'antico complesso di Villa Ginevri. A Montebello di Orciano è in restauro il bel Palazzo Roveresco.



Saturno Comunicazione Sas
09/09/2014 11:36:37
0 Commenti