Il Castello di Strozzavolpe nei pressi di Poggibonsi

Il Castello di Strozzavolpe nei pressi di Poggibonsi

Il castello di Strozzavolpe si trova su un colle ricoperto di lecci nei pressi di Poggibonsi. Per la prima volta viene nominato in un documento dell'Abbadia a Isola del 1154. Si parla del castello di Scoriavolpe del signore Guido Guerra. Il castello era affidato ai suoi vassalli, tra i quali potrebbero esserci stati i componenti di quel ramo degli Squarcialupi di nome Scoriavolpe. Nella seconda metà del XIII secolo appartenne agli Alberti: poi, tramite legami matrimoniali, passò nel patrimonio dei Salimbeni. Nel 1313 Arrigo VII si impadronì del castello, servendosene come roccaforte per attaccare il Contado senese. Nel 1318 Benuccio Salimbeni e i nipoti possedevano il "cassarum et fortilitiam" di Strozzavolpe. La struttura venne poi venduta alla fine del XIV secolo agli Adimari di Firenze, il cui stemma si trova scolpito su un caminetto all'interno dei locali adibiti a fattoria fino a pochi anni fa. Verso il 1550 divenne proprietà dei Rinucci, nel 1640 passò ai Ricciardi, nel 1730 ai Franceschi e nel 1777, attraverso matrimoni, ai Da Cepparello. Da questi andò ai Minucci, quindi fu venduto al cav. Bizzarri. L'ultima famiglia proprietaria è quella dei Conti Bianchi, una figlia dei quali sposò l'avvocato Aldo Arcangeli, il cui figlio Alberto divenne il quarantesimo signore di Strozzavolpe. Nel corso dei secoli il castello ha subito molte modifiche, che lo hanno reso diverso dalla sua forma originaria: inizialmente aveva mura a scarpa, era cinto da un fossato, aveva il mastio centrale e due torri. Nel 1800 il maschio fu demolito: il cavalier Bizzarri incaricò l'ingegner Rigacci di fare un completo restauro sul modello romanico tedesco. Fu innalzata la torre d'accesso, per motivi di proporzioni, e fu rimosso il fossato. Oggi il castello ospita una bella collezione di armi antiche, visitabile su richiesta.
Le leggende: Su Strozzavolpe le leggende si sprecano. La più famosa è quella legata al nome di questo maniero. La tradizione narra che a edificare il castello sia stato Bonifazio, marchese di Toscana. Appena iniziati i lavori le maestranze vennero messe in fuga da una grossa e malefica volpe, talmente feroce da riuscire a spaventare, non solo i muratori, ma persino i cavalieri, anche perché pare che la bestia emettesse fuoco e fiamme dalla bocca. Fu l'inizio di una lunga e faticosa lotta, che durò fino a quando lo stesso Bonifazio, con l'inganno riuscì ad uccidere la volpe stregata, "strozzandola" con un laccio, da cui il nome. Ma per il nobile i problemi non erano finiti qui. L'astrologo di corte predisse che il castello sarebbe esistito fin quando il corpo della volpe sarebbe rimasto intatto. Allora il corpo della bestia fu riempito d'oro fuso e nascosto nelle mura del mastio. Si narra che ancora oggi, nelle notti di luna piena, la volpe abbandoni il suo nascondiglio e si metta a girovagare per i boschi. Non potevano mancare i fantasmi. Celebre è quello che alberga nella "camera rossa", ove pare si odano i lamenti della bella Cassandra Franceschi, che, sorpresa dal marito Ser Giannozzo da Cepparello insieme a un servo, fu murata viva nella stanza, mentre il consorte banchettava nella stanza attigua con gli amici fino a che la sventurata non morì di fame. Altre leggende narrano di cunicoli misteriosi che uniscono il castello a Poggibonsi, di ritrovamenti di mappe di tesori sepolti, di altri fantasmi che sferragliano catene nella cosiddetta camera delle monache. Per gli appassionati dei misteri questo luogo è una vera miniera! (Fonte: www.fototoscana.it)



Saturno Comunicazione Sas
28/02/2014 09:29:26
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