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Monastero Agostiniane Santa Caterina

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Monastero Agostiniane Santa Caterina
Via Aurelio Saffi, 36
61029 Urbino (PU)
Tel 0722 2506
Fax 0722 2199
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La costruzione del Monastero delle Agostiniane, situato nella centralissima via Saffi a Urbino, è molto antica e risale al 1346, per quanto si abbiano notizie di una comunità religiosa presente già dalla fine del XII secolo. Attigua ad esso sorge la chiesa conventuale di Santa Caterina, alla quale si accede attraverso un cinquecentesco portale sormontato da un'effigie scolpita della Santa titolare. L'interno, ad aula unica con vita a botte, è impreziosito da un solenne ed elegante altare maggiore, realizzato con marmi policromi sui quali troneggia un bellissimo bassorilievo in stucco dorato raffigurante il martirio di Santa Caterina d'Alessandria. L'opera si qualifica come frutto dell'attività tarda dello scultore urbinate Federico Brandani, che la eseguì intorno al 1570. Negli altari laterali vi sono due tele di modesta qualità: l'una riproduce San Michele fra i Santi Pietro e Barbara di Alfonso Patanazzi e l'altra Santa Teresa e Santa Caterina di Girolamo Cialdieri.

La storia del monastero

L'ipotesi più accreditata sull'origine del monastero di Santa Caterina d'Alessandria pone al tardo Duecento la presenza di una comunità di pie donne consacrate, sorta intorno alla cella di San Michele nella parrocchia di San Paolo di Urbino e osservante la Regola di Sant'Agostino. Il vescovo Egidio (1285-1309) compose per esse le costituzioni, rivedute e approvate in seguito dal vescovo Alessandro Guidi (1317-1342). Ma la prima data certa, che attesta ufficialmente l'esistenza del monastero, è la bolla emanata dal Capitolo Lateranense il 6 marzo 1346. Secondo il testo, il Capitolo di San Giovanni in Laterano dà facoltà alla Maestra donna Anastasia del nobile Raniero del Peglio di costituire un monastero e di erigervi un altare e l'oratorio, poi una chiesa e il cimitero, sotto il titolo di Santa Caterina e Santa Barbara, nel terreno sito nella quadra di Portanova che la nobildonna aveva donato allo stesso Capitolo; il quale a sua volta conferisce a lei e ai suoi familiari il giuspatronato del monastero e conferma per la comunità l'osservanza della Regola agostiniana. La giurisdizione Lateranense comportava indulgenze, favori ed esenzioni considerevoli, compreso il titolo di Abbadessa per la superiora. Si tratta dunque non di una fondazione ma di una sostanziale ristrutturazione e dedicazione dell'edificio che già esisteva. Il 10 maggio 1604 le monache comprarono il palazzo Thiene dal conte Alessandro, che con orto, cortile e pozzo era situata nella piazza dello Spirito Santo, e che i Tiene avevano ampliato annettendo la contigua casa già di ser Pietro Bonaventura (1542).

La chiesa di Santa Caterina

La chiesa di Santa Caterina, annunciata da un bel portale in pietra con timpano spezzato recante al centro la figura della santa titolare, fu riabbellita nei primi decenni del Settecento e consacrata il 23 ottobre 1729 da Monsignor Tommaso M. Marelli. L'altare è sovrastato da un bassorilievo in stucco dorato raffigurante il martirio della santa di Alessandria, opera di Federico Brandani. Il periodo che va dal 1810 al 1814 è registrato fra i più funesti e disastrosi per la storia della Chiesa e degli ordini religiosi. Passata la bufera napoleonica, il 4 maggio 1814 il Papa Pio VII ordinò che tutte le religiose tornassero ad occupare i loro monasteri. Sotto il vescovo Alessandro Angeloni – in carica per ben 35 anni – fu soppresso per decreto pontificio di Pio IX il monastero delle convertite di S. Maria della Bella e le monache agostiniane ivi residenti furono unite a quelle di S. Caterina il 1° dicembre 1847. L'attigua Comunità Agostiniana di S. Benedetto subì l'espulsione dal monastero, le monache vennero accolte dalla Madre Celeste Piccini, abbadessa di Santa Caterina, la quale mise a loro disposizione una parte del suo monastero. Il 29 dicembre 1901, per l'interessamento di Nicola Frabbrizi, si iniziarono le pratiche per l'acquisto del fabbricato che fu riscattato il 13 giugno 1902 per 14000 lire. Intanto, grazie ai buoni uffici del vescovo Monsignor Vampa, le religiose di San Benedetto furono ufficialmente incorporate alla comunità di Santa Caterina, dove il 4 ottobre 1902 furono accolte anche le Clarisse Urbaniste di Santa Lucia, essendosi ridotte a poche unità. Durante il secondo conflitto mondiale il monastero, dietro richiesta di Papa Pio XII, aprì le porte della clausura a diverse donne di religione ebraica perseguitate dai nazisti, rischiando gravi pericoli. Ma tutto si risolse per il meglio e le signore accolte poterono ritornare, dopo qualche tempo, alle loro case. Attualmente la Comunità monastica è composta di 12 religiose e una amica laica, affiliata alla Comunità e all'Ordine di Sant'Agostino, che collabora alle attività formative e culturali del Progetto Un Monastero nella città, avviato nel 1996 allo scopo di stimolare e sensibilizzare i partecipanti alla ricerca del Senso della propria vita. Dal 2011, per rispondere all'emergenza educativa lanciata dalla Chiesa, dalla scuola e da tutte le principali agenzie sociali e per rendere più specifici e mirati i suoi contenuti si rivolge in particolare ai più sensibili a questo argomento: i giovani.

Dove Siamo

Per raggiungere Urbino, si esce dalla A14 a Pesaro oppure a Fano. Nel primo caso, si prosegue lungo la provinciale 423; nel secondo, si percorre la superstrada E78 e poi si devia all'uscita per Urbino, proseguendo per Fermignano. Chi deve arrivarvi dall'entroterra, in particolare dalla Toscana, può seguire sempre la 73 bis imboccata a San Giustino attraverso Urbania, mentre chi proviene da Roma esce a Orte e continua lungo la E45 fino a Città di Castello, per poi imboccare la strada 257 Apecchiese fino ad Acqualagna e poi la Flaminia fino all'uscita per Urbino attraverso Fermignano.

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