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Santa Rita da Cascia

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Santa Rita da Cascia
Viale Santa Rita, 13
06043 Cascia (PG)
Tel 0743 76221
Fax 0743 76786
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E' il santuario dedicato a Rita, nata presumibilmente nell'anno 1381 a Roccaporena di Cascia da una tranquilla famiglia. Da piccola, fu circondata da uno sciame di api, che la ricoprirono senza pungerla. Un contadino, che nel contempo si era ferito alla mano con la falce e stava correndo a farsi medicare, si trovò a passare davanti al cestello dove era riposta Rita. Viste le api che ronzavano attorno alla bimba, prese a scacciarle ma, con grande stupore, a mano a mano che scuoteva le braccia per scacciarle, la ferita si rimarginava completamente. Rita avrebbe desiderato farsi monaca tuttavia ancor giovanetta (circa a 13 anni) i genitori, oramai anziani, la promisero in sposa a Paolo Ferdinando Mancini, un uomo conosciuto per il suo carattere rissoso e brutale. Rita non oppose resistenza e si sposò: dal matrimonio nacquero due figli gemelli maschi; Giangiacomo Antonio e Paolo Maria, ma dopo 18 anni passati assieme Rita si ritrovò vedova: il marito venne ucciso, ma lei si mise a pregare per chiedere a Dio il perdono degli assassini, andando contro gli stessi figli che invece covavano spirito di vendetta. Rita chiese di entrare come monaca nel Monastero di Santa Maria Maddalena, ma per ben tre volte non fu ammessa, in quanto vedova di un uomo assassinato. La leggenda narra che Santa Rita riuscì a superare tutti gli sbarramenti e le porte chiuse grazie all'intercessione di San Giovanni Battista, Sant'Agostino e San Nicola da Tolentino che l'aiutarono a spiccare il volo dallo "Scoglio" fino al Convento di Cascia in un modo a Lei incomprensibile. Era il Venerdì Santo del 1432: Santa Rita tornò in convento profondamente turbata, dopo aver sentito un predicatore rievocare con ardore le sofferenze della morte di Gesù e rimase a pregare davanti al crocefisso in contemplazione. Qui avvenne allora il prodigio: Santa Rita fu trafitta da una delle spine della corona di Gesù, che la colpi alla fronte. Santa Rita portò in fronte la piaga per 15 anni come sigillo di amore. Per Rita gli ultimi 15 anni furono di sofferenza senza tregua, la sua perseveranza nella preghiera la portava a trascorrere anche 15 giorni di seguito nella sua cella "senza parlare con nessuno se non con Dio". A circa 5 mesi dal trapasso di Rita, un giorno di inverno con la temperatura rigida e un manto nevoso copriva ogni cosa, una parente le fece visita e nel congedarsi chiese alla Santa se desiderava qualche cosa, Rita rispose che avrebbe desiderato una rosa dal suo orto. Tornata a Roccaporena la parente si reco nell'orticello e grande fu la meraviglia quando vide una bellissima rosa sbocciata, la colse e la portò a Rita. Cosi Santa Rita divenne la Santa della "Spina" e la Santa della "Rosa". Morta il 22 maggio del 1447, è stata beatificata ben 180 anni dopo il suo decesso e proclamata Santa a 453 anni dalla sua morte, nel 1900.

La storia e la struttura

La basilica intitolata alla Santa, ubicata nel centro storico di Cascia, è un'opera moderna edificata dal 1938 al 1947. L'attuale chiesa è nata in sostituzione di una precedente, ricostruita nel 1557 e già dedicata a Santa Rita; la costruzione del santuario ha comportato purtroppo la distruzione non solo dell'antica chiesa, ma anche l'abbattimento del rinascimentale teatro Flavio e di Palazzo Martelli. La prima pietra della basilica è stata posta il 20 giugno 1938, la sua consacrazione il 18 maggio 1947 ad opera di monsignor Settimio Peroni, vescovo di Norcia. Il progetto del santuario si deve all'ingegnere vaticano, monsignor Spirito Maria Chiapetta, andò a sostituire quello di Armando Brasini, uno dei più famosi professionisti dell'epoca, accademico d'Italia, che offrì gratuitamente la propria collaborazione all'impresa e che aveva progettato un edificio a pianta circolare, di impianto classicheggiante, scartato però dalle monache agostiniane per i costi troppo alti che avrebbe comportato la sua costruzione. Il progetto fu realizzato dagli architetti milanesi Giuseppe Calori e Giuseppe Martinenghi, i quali apportarono sostanziali modifiche con la struttura della chiesa attuale a croce greca e quattro absidi coperte da semicupole alle estremità dei bracci, mentre al centro vi è una grande cupola ottagonale; lungo il perimetro dell'edificio si aprono sessantadue monofore, disposte in due ordini. Il Martinenghi disegnò anche la facciata, in travertino di Tivoli, tripartita in altezza, dove campeggia, nella parte mediana una grande croce fiancheggiata da angeli, inserita in una finestra con la terminazione ad arco; all'estremità della facciata sono due alte torri campanarie con le cuspidi molto slanciate rivestite in rame, come la cupola ottagonale che sovrasta la pianta centrale. Ai lati del portale sono due pilastri divisi in dieci riquadri scolpiti dal milanese Eros Pellini, con rilievi riferentisi agli episodi salienti della vita della santa, con ai lati iscrizioni in volgare tratte dalla cassa lignea quattrocentesca nata per accogliere la prima sepoltura di Santa Rita. L'abside centrale è dedicata al Sacramento e al Miracolo eucaristico della reliquia Corporis Christi; la destra a Santa Maria della Consolazione, la sinistra a Santa Rita, mentre quella del braccio d'ingresso, alla Passione di Cristo. La zona centrale è delimitata da un ambulacro di trentadue colonne, alcune di marmo onice rosato ed altre di cemento armato rivestito di tessere vitree di colore verde; al termine delle colonne, i capitelli dorati scolpiti con vari simboli, sormontati dal pulvino, elemento presente nelle chiese bizantine. La chiesa fu infatti proclamata Basilica minore da Pio XII nel 1955, e lo stemma del papa è inserito nel pavimento realizzato in marmo, in opus sectile. L'abside d'ingresso fu affrescata da Silvio Consadori di Brescia, che raffigurò al centro il Trionfo della Croce; una scritta in caratteri dorati, riferentesi alla Passione, corre sotto la conca absidale: SI EXTALTATUS FUERO A TERRA OMNIA TRAHAM AD ME IPSUM.

Dove Siamo

Per arrivare a Cascia da sud, si esce allo svincolo di Orte della A1, si prosegue per Terni e per la Valnerina lungo la statale 209, poi si prosegue lungo la 320, ma da Terni si può prendere anche la Flaminia fino a Spoleto, imboccando il tunnel di 4 chilometri. In alternativa, si può percorrere anche la Salaria fino a Rieti e proseguire per Leonessa e Cascia. Per arrivare a Cascia da nord, invece, si esce allo svincolo di Valdichiana della A1 e si prosegue lungo il raccordo Bettolle-Perugia, poi sulla statale 75 Perugia-Foligno, la Flaminia fino a Spoleto e l'imbocco della galleria di 4 chilometri. In treno, la stazione più vicina è quella di Spoleto, che dista oltre 50 chilometri.

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