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Complesso Monastico di Camaldoli

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Complesso Monastico di Camaldoli
Loc. Camaldoli
52010 Poppi (AR)
Tel 0575 556012
Fax 0575 556001
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Il complesso monastico di Camaldoli, risalente al secolo XI e ubicato nel territorio del Comune casentinese di Poppi (in piena catena appenninica), è costituito da un eremo e da un monastero. Il sacro eremo è situato a 1111 metri di altitudine e lo si raggiunge tramite un’antica e ripida mulattiera oppure con la moderna strada asfaltata proveniente da Poppi.

Il complesso monastico di Camaldoli

Completamente immerso nella foresta monumentale del Parco delle Foreste Casentinesi, l'eremo è circondato da un'ampia cinta muraria: al suo interno ci sono la chiesa, alcuni manufatti e le celle dei monaci eremiti circondate ognuna dal proprio orticello. Di particolare importanza la cella di San Romualdo, il refettorio, la chiesa, l'ospizio e l'antica biblioteca composta da oltre trentamila volumi. La cella è il luogo dove il santo viveva per gran parte della sua giornata, nell'impegno di studio, di lavoro e di preghiera. La cella di San Romualdo è l'unica cella visitabile. Le celle abitate dai monaci sono simili a questa, costruite sulla base dello stesso progetto. La chiesa, dedicata a San Salvatore Trasfigurato, si trova al centro dell'eremo a simboleggiare la centralità della preghiera nella vita monastica. Si affaccia sul cortile centrale dell'eremo ed è fiancheggiata dalla foresteria. Sulla sinistra, rispetto alla facciata, si stende tutto lo scenario della Lavra, cioè l'insieme delle celle monastiche che nei monasteri del cristianesimo d'Oriente sono chiamate appunto Lavre. La chiesa sorge sullo stesso luogo in cui era situato il primitivo oratorio fondato da San Romualdo. L'oratorio originario col tempo era andato in rovina e si rese necessaria una sua riedificazione. La chiesa venne ricostruita e venne consacrata il 23 agosto 1220 dal cardinale Ugolino dei conti di Segni, futuro Papa Gregorio IX. Racconta una tradizione che alla consacrazione assistette San Francesco d'Assisi. Ristrutturata nel XVIII secolo in forme barocche, la chiesa custodisce una pala robbiana, Madonna in trono con Bambino e Santi di Andrea della Robbia (XV sec.). Probabilmente il nome della congregazione, dell'Eremo, e della successiva foresta derivano, da Cà Maldolo, in riferimento a colui che aveva donato la terra al Santo. San Romualdo prima di morire, nel 1027, realizzò una struttura in località Fonte Buono, in posizione meno solitaria e più facilmente raggiungibile. Il Monastero nasce da San Romualdo, capostipite dell'Ordine camaldolese, che dopo aver fondato il Sacro Eremo, fondò più in basso una casa per accogliervi gli ospiti e i pellegrini. Nacque poi l'attuale monastero che acquistò le attuali caratteristiche nel secolo XVI. Il monastero è una grande costruzione a due piani e al suo interno troviamo: il refettorio, la foresteria, due chiostri e le celle dei monaci. La Chiesa attuale, edificata sulle rovine di precedenti edifici sacri, risale al XVI secolo, fu ristrutturata intorno al 1700 ed al suo interno si possono ammirare le opere del Vasari. All'interno del monastero troviamo l'antica Farmacia nata nel 1543, arredata da splendidi armadi in noce e da antichi oggetti usati dai monaci per la preparazione di farmaci e balsami. L'antica foresta camaldolese circonda l'Eremo da tre lati attribuendo al luogo un ulteriore elemento di fascino e raccoglimento. Silenzio, raccoglimento, e preghiera vengono agevolati dalla maestosità della foresta. Nella cella l'eremita vive gran parte della sua giornata nel personale impegno fatto di lavoro, studio e preghiera. La struttura delle celle è "a chiocciola". Tale struttura è il risultato di secoli di esperimenti volti a trovare la migliore forma architettonica per difendere i monaci dai rigori del clima. Le costruzioni sono ad un piano, con annesso un orto recintato. Tutte le celle si rifanno a quella di San Romualdo, l'unica visitabile, con accesso dal piazzale della chiesa. In questa cella San Romualdo visse per circa due anni. Al suo interno è decorata con una tela del XVII secolo. L'eremo di Camaldoli è costituito da venti celle situate oltre il cancello che delimita la clausura e sono disposte su cinque file.

Dove Siamo

Per chi proviene da nord e dalla E45, uscire a Bagno di Romagna e imboccare subito la strada regionale 71 Umbro Casentinese, con attraversamento del valico dei Mandrioli, poi imbocco della provinciale 67 fino a Camaldoli. Per chi proviene da sud percorrendo la A1, uscire ad Arezzo e seguire le indicazioni per il capoluogo, svoltando poi sulla regionale 71 e sulla provinciale 67.

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