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Eremo delle Carceri

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Eremo delle Carceri
Via Eremo delle Carceri
06081 Assisi (PG)
Tel 075 812301
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Donato dal Comune di Assisi ai benedettini, questi ultimi lo cedettero poi a San Francesco, affinché si potesse "carcerare" nella meditazione. Ampliato nel 1400 da San Bernardino da Siena con la costruzione della chiesa di Santa Maria delle Carceri, che ha inglobato una primitiva cappella, preesistente a San Francesco e di un piccolo convento, l'eremo è posto in un bosco di lecci secolari circondato da grotte e da piccole cappelle dove i pellegrini si ritirano ancora oggi in contemplazione. Provenendo dalla strada che risale il monte Subasio, si prosegue per un acciottolato fino ad una volta in muratura, oltrepassata la quale si trova il chiostrino dei frati, una terrazza triangolare che si affaccia a strapiombo sul fosso delle carceri. Alle estremità del chiostro vi sono le porte che conducono al refettorio dei frati e alla chiesa di Santa Maria delle Carceri. Al piano superiore del refettorio sono situate le celle dei frati. Scendendo una ripida scalinata, dal convento si arriva ad un bosco di faggi e alla grotta di San Francesco. Dal sentiero antistante a questa si dipartono le altre grotte dei primi compagni di Francesco: Leone, Antonio da Stroncone, Bernardo di Quintavalle, Egidio, Silvestro e Andrea da Spello. Leccio secolare presso la grotta di San Francesco. Nel bosco, appena fuori dal santuario, nei pressi del sentiero che conduce alla grotta di frate Leone, è sita la Cappella di San Barnaba, normalmente chiusa al pubblico, con al proprio interno un altare a Tau e una pala cinquecentesca raffigurante Gesù deposto dalla Croce.

La storia e la struttura

L'Eremo delle Carceri è un luogo immerso in un bosco di lecci. Sono molti i racconti di miracoli che si associano a questo sito: nei pressi della grotta di San Francesco si trova un leccio secolare dove erroneamente molti credono ebbe luogo la predica agli uccelli di San Francesco che in realtà le fonti storiche attestano essere avvenuta fuori del comune di Assisi ed in particolare a Piandarca, nel Comune di Cannara. Tradizione vuole che il burrone che si trova nei pressi del monastero sia in realtà il letto di un fiume, oggi in secca, le cui acque furono prosciugate da San Francesco poiché disturbavano la sua meditazione e quella dei suoi discepoli. Nella grotta di San Francesco è presente un buco nel terreno dal quale si può intravedere il fondo del burrone. Si racconta che questo è stato provocato dal demonio, sprofondato nell'abisso quando fu scacciato da San Rufino. Nel mezzo del chiostro è presente un pozzo nel punto in cui, secondo una leggenda, san Francesco, tramite un miracolo, fece sgorgare dell'acqua. L'Eremo delle Carceri è sorto intorno alla grotta di S. Francesco; egli cominciò a frequentare questo monte e a rifugiarsi nella grotta tra gli anni 1205-1206. Si faceva accompagnare da un amico intimo, dicendogli di aver trovato un tesoro. L'amico se ne stava fuori ad aspettare, egli entrava nella grotta dove implorava il Signore con tutto l'ardore di cui era capace di fargli conoscere la Sua volontà. Quando usciva dalla grotta era così trasfigurato da apparire molto diverso da quando vi era entrato. Con l'arrivo dei primi compagni: Bernardo da Quintavalle (nobile e ricco), Pietro Cattani (canonico e giurista), Egidio (semplice contadino) ed altri, salivano insieme attratti dalla solitudine e trovarono sparse nel bosco selvaggio altre grotte dove rifugiarsi e darsi alla preghiera personale. Per la preghiera comunitaria utilizzavano una piccola cappella dedicata a Santa Maria delle Carceri. La tradizione vuole che anche questo luogo solitario, come la Porziuncola, sia stato donato a San Francesco dai benedettini del Monte Subasio nell'anno 1215. Da notare un episodio importante nella storia francescana che richiama l'Eremo. Nel 1216 Francesco, stando alla Porziuncola e vedendo come il numero dei frati cresceva ogni giorno e non sapendo scegliere fra "Vita contemplativa" e "Vita attiva", chiese consiglio a Chiara e frate Silvestro. Mandò loro frate Masseo con un preciso incarico: chiedere a Dio quale delle due vie doveva seguire. Dopo un certo tempo, frate Masseo tornò da Francesco con la risposta sia di Chiara che di Silvestro, divinamente identiche: "ha detto il Signore che non devi preoccuparti solo di te ma anche dei fratelli"… la Volontà del Signore, dunque, era che i frati si dedicassero alla predicazione, che andassero per il mondo ad annunziare il Vangelo. Francesco accolse con gioia questa scelta del Signore; consigliava però sempre ai frati mandati per il mondo a predicare il Vangelo, di prepararsi con l'orazione e la contemplazione, per meritare dal Signore la grazia di testimoniare con la vita, la verità di quanto annunciavano. Alternavano così predicazione e momenti di solitudine negli eremi.

Dove Siamo

Una volta giunti ad Assisi nei pressi del parcheggio Matteotti, proseguire oltrepassando Porta Cappuccini per circa quattro chilometri fino all'entrata dell'Eremo. Per chi arriva in treno invece, dalla stazione FS prendere il bus arancione fino al parcheggio Matteotti e quindi proseguire a piedi oppure con un taxi.

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