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Assisi

Superficie: 186.84 km2 chilometri quadrati
Popolazione: 28143 abitanti
DensitĂ  per chilometro quadrato: 150,6 abitanti
Principali Eventi
Festa del Perdono (1-2 agosto)
Calendimaggio (primo giovedì, venerdì e sabato non festivo di maggio)
Festa di San Rufino (ultimo venerdì e sabato di agosto) con Palio alla Balestra
Codice di avviamento postale: 06081
Prefisso telefonico: 075
Denominazione abitanti: Assisiani o Assisiati
Santo Patrono: San Rufino di Assisi
Festa patronale:
Giorni di mercato: Giovedì
gemellato con ...
Betlemme (Palestina)
San Francisco (Stati Uniti)
Santiago de Compostela (Spagna)

Frazioni principali del comune

Armezzano, Capodacqua, Castelnuovo, Costa di Trex, Mora, Palazzo, Passaggio d'Assisi, Petrignano, Pieve San Nicolò, Porziano, Rivotorto, Rocca Sant'Angelo, San Gregorio, Santa Maria degli Angeli, Santa Maria di Lignano, Sterpeto, Torchiagina, Tordandrea, Tordibetto, Viole.

Statistiche e curiositĂ  di Assisi

E' il Comune sopra 5000 abitanti della Regione dellÂ’Umbria con la piĂą bassa percentuale di coniugati (48.8%)

Cenni di Storia

Il nome è di origine umbra, menzionato dall'antichità in età romana Asisium e nell'alto medioevo Assisium, di etimologia incerta. Si ipotizza un significato legato a nomi di animali (come spesso accede con i termini che terminano in isium), ovvero deriverebbe da as-isium, "città del falco". Le origini di Assisi potrebbero risalire al 1800 avanti Cristo e le pendici del Monte Subasio erano sicuramente abitate da una popolazione - gli Umbri - insediata da tempo nell'Italia centrale. Nel I millennio a.C., la zona cadde sotto l'influenza degli Etruschi, ma è soprattutto in epoca romana che Assisi si ingrandì e assunse importanza: ben documentato dalle numerose vestigia del municipium, chiamato Asisium e attribuito alla tribù Sergia. Tra queste vestigia sono rimasti alcuni resti del Foro, la facciata del Tempio di Minerva, ben conservata, l'anfiteatro, epigrafi, cisterne, tratti di mura. Nelle vicinanze di Assisi, intorno al 50 a.C. nacque il poeta latino Sesto Properzio, che frequentò il circolo di Mecenate, cantò l'amore per Cinzia e morì a Roma poco più che trentenne. Il Cristianesimo fu predicato dai discepoli di San Pietro nell'ultimo quarto del secolo di Cristo, poi da San Feliciano verso il 220, quindi da San Rufino che vi si stabilì (primo vescovo) e subì il martirio nel III secolo. All'epoca di Costantino caddero i templi pagani e, sulle loro rovine, sorsero quelli cristiani. Dopo la caduta dell'Impero, Assisi fu assediata e conquistata dai Goti di Totila (545), ripresa dai Bizantini e più tardi assoggettata dai Longobardi; quindi seguì le sorti del Ducato di Spoleto. Verso il Mille, la città cominciò a tessere la propria libertà comunale e risentì l'influsso di un certo risveglio religioso e culturale che si diffondeva rapidamente anche nel resto d'Italia. Vengono fondati chiese e monasteri, costruiti o fortificati i castelli: la pianura, dopo la paziente opera di bonifica dei monaci benedettini, fu destinata all'agricoltura. Desiderosa di liberarsi dal dominio del Barbarossa, Assisi insorse con una sollevazione popolare che fu subito domata dall'esercito imperiale, e successivamente affidata al Duca di Spoleto. In questo periodo nacquero San Francesco (1182) e Santa Chiara (1194); così Assisi entrò di diritto nella storia d'Italia e del mondo. Nel 1202, durante una guerra con Perugia, Francesco fu fatto prigioniero e tenuto in carcere per oltre un anno. Dal 1206, Francesco si dedicò alla vita religiosa, attraverso il servizio dei poveri, vivendo come povero egli stesso. Famosa è la sua rinuncia pubblica, nella piazza di Assisi, a tutti i beni del ricco genitore. Francesco sarà proclamato santo nel 1228, dopo solo due anni dalla morte, da Papa Gregorio IX. Nel 1198 la città fu ceduta dal Ducato di Spoleto al papa Innocenzo III che confermò i privilegi della chiesa di Assisi con una bolla papale. Nel secolo successivo i confini della città si estesero rapidamente e l'autorità si accentrò nella figura del podestà. Dopo il dominio imperiale e quello papale, la vita cittadina subì gli umori di numerose famiglie di nobili e di condottieri. Le lotte per la libertà furono comunque associate con quelle interne, dove due famiglie primeggiarono su tutte: quella dei Nepis (Parte de Sopra) e quella dei Fiumi (Parte de Sotto), che si contesero a lungo il predominio della città, alleandosi di volta in volta con le potenti signorie della regione e chiamando in proprio aiuto agguerriti capitani di ventura. Oggi, per ricordare questa pagina della storia assisana, si celebra il Calendimaggio, ove la contesa, seppure animosa, è nei canti d'amore. Il XIV secolo vide affluire ad Assisi i maggiori artisti dell'epoca, per celebrare la gloria di San Francesco. Nella grande basilica, sorta sul luogo ove fu seppellito il Santo, lavorarono Cimabue, Giotto, Simone Martini, Pietro e Ambrogio Lorenzetti e tanti altri illustri maestri. Assisi divenne così uno dei centri culturali più importanti della penisola. Nel 1442 il Piccinino ebbe ordine da Perugia di distruggere Assisi. Solo col tradimento le sue milizie poterono varcare le mura, portando a termine il mandato. Fu questo l'episodio che segnò il declino della città. Tra il Quattrocento e il Cinquecento, si susseguirono varie Signorie, fra cui quelle di Gian Galeazzo Visconti, dei Montefeltro, di Braccio Fortebracci da Montone e di Francesco Sforza. Una sanguinosa incursione del Valentino - nel 1503 - provocò altri danni e dimostrò che il Papato non aveva rinunciato all'antico dominio. Alla metà del '500, con la conquista dell'Umbria da parte di Paolo III Farnese, la città recuperò finalmente tranquillità e pace. Rientrata nel territorio della Chiesa, Assisi ebbe assicurati alcuni privilegi, come quello di eleggere i propri magistrati. Nel 1799, quando le truppe francesi di Napoleone scesero in Italia, anche Assisi subì il saccheggio: numerose opere d'arte - specialmente del Tesoro di San Francesco - furono trafugate e inviate in Francia. Dopo la caduta di Napoleone e il Congresso di Vienna, la regione fu rassegnata al Governo Pontificio. Il Risorgimento non ebbe in Assisi episodi di gran rilevanza. Con tutta la regione, la città fu liberata dalle truppe piemontesi nel 1860 ed entrò a far parte del Regno d'Italia.

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