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Montevarchi

Superficie: 56.75 km2 chilometri quadrati
Popolazione: 24166 abitanti
Densità per chilometro quadrato: 425,8 abitanti
Principali Eventi
Festa del Perdono (prima domenica di settembre)
Codice di avviamento postale: 52025
Prefisso telefonico: 0575
Denominazione abitanti: Montevarchini
Santo Patrono: San Lorenzo
Festa patronale:
Giorni di mercato: Giovedì
gemellato con ...
Kanougou (Burkina Faso)
Roanne (Francia)
Kitzingen (Germania)
Betlemme (Palestina)
Bir Lehlu (Repubblica Araba Saharawi Democratica)
Rahat (Israele)

Frazioni principali del comune

Caposelvi, Levane, Mercatale-Torre, Moncioni, Rendola, Ricasoli, Ventena.

Statistiche e curiosità di Montevarchi

E' il secondo Comune della provincia di Arezzo per numero di abitanti dopo Arezzo;

E' il secondo Comune della provincia di Arezzo per densità di popolazione;

E' il terzo Comune della provincia di Arezzo con la più alta percentuale di cittadini stranieri (14%) dopo Bibbiena e Foiano della Chiana;

E' il secondo Comune della provincia di Arezzo sopra i 5000 abitanti con il più alto tasso di natalità dopo Foiano della Chiana;

E' il secondo Comune della provincia di Arezzo sopra i 5000 abitanti con la più bassa percentuale di coniugati (50.4%) dopo Foiano della Chiana;

Cenni di storia

Il nome è composto da "monte" e "varco", riferito con ogni probabilità alla sua posizione geografica, ai confini tra Arezzo e Fiesole. La storia di Montevarchi comincia con Elemperto, vescovo di Arezzo dal 986 al 1010, e con la sua decisione di trasformare il monastero benedettino di Sant'Angelo alla Ginestra, presente nel territorio fin dal VII secolo, in ospedale ovvero, secondo la pratica ospitaliera medievale, in ostello per i viandanti e per i pellegrini che si spostavano da e verso Roma. Ma solo nel XII secolo quando si può parlare di un senso compiuto per la nascita di Montevarchi. Il borgo di Montevarchi nasce nel XII secolo, anche se vi sono tracce di insediamenti romani risalenti ai primi secoli dopo Cristo. Nei pressi dell'attuale statale 69 sorgeva un castello, di proprietà dei marchesi di Bourbon del Monte Santa Maria; lì vicino venne organizzato un grande mercato contadino. Questa fiera ebbe grande successo grazie alla posizione strategica del luogo, al confine tra le contrade e circoscrizioni vescovili di Arezzo e Firenze. Il radicale cambio di amministrazione nel passaggio di consegne tra i Bourbon e i Guidi comportò sicuramente la perdita di parte delle fonti archivistiche della prima Montevarchi aggravata poi dal trasferimento dell'intera comunità nel fondovalle che ne fece perdere altrettante. Rimangono dunque, di quel periodo, sparuti documenti conservati negli archivi ecclesiastici di istituzioni collocate al di fuori di Montevarchi come l'Abbazia di Badia a Coltibuono. Quando nel 1273 i fiorentini presero definitivo possesso della città, portarono a Firenze per lo più pubblici atti notarili che sono utili per ricostruire il quadro politico generale della storia toscana e fiorentina ma di poco aiuto per scendere nel particolare di Montevarchi. Gran parte del patrimonio storico-archivistico della città lasciato in loco dagli ufficiali della repubblica fiorentina fu distrutta nel corso di successive devastazioni a cui Montevarchi fu sottoposta. Nel XVI secolo, sotto la guida di Carlo Bartoli, vennero sistematicamente distrutti tutti i manoscritti, i libri, gli archivi notarili, i documenti pubblici e privati che rimanevano della Montevarchi dei primi secoli, in modo da eliminare ogni traccia del passato della comunità allo scopo di far accettare ai montevarchini la dittatura personale della famiglia Bartoli e dell'oligarchia cittadina, che fondavano tutto il loro potere nelle manovre della Fraternita del Sacro Latte a sua volta legittimate dalla leggenda, scritta nella sua forma definitiva dal Bartoli in persona, del conte Guido Guerra V e della contesa tra Firenze ed i conti Guidi. Nel 1254, i quattro eredi del Conte Guido Guerra vendettero il castello ed il mercatale a Firenze. Più precisamente, il territorio passò sotto la giurisdizione di San Giovanni Valdarno. Nel 1289, risulta dalle Croniche di Giovanni Villani che il borgo venne invaso dalle truppe aretine poiché lì si erano rifugiati i guelfi fuggiti da Arezzo ed appoggiati da Firenze. Un altro evento bellicoso risale al 1312, quando le truppe dell'Imperatore Arrigo VII che si dirigevano a Firenze per combattere contro la repubblica formatasi. Dal 1325 il comune venne dotato di statuti propri e rimase repubblicana nonostante l'invasione di Firenze del 1529 da parte di Carlo V di Spagna. Ritornati i Medici sulla provincia fiorentina, Montevarchi vide un notevole sviluppo artigianale e commerciale. Cosimo I de' Medici, condizionato dalle idee repubblicane, creò una fattoria granducale di grande estensione. Presso le mura cittadine vennero costruiti i 'magazzini dell'abbondanza': in essi venivano conservati i prodotti agricoli destinati al commercio. Si sviluppò inoltre l'attività di molitura dei cereali - tramite le macine del mulino - e della tessitura del lino e della canapa. Con la dinastia successiva dei Lorena si ebbero alcune riforme agrarie promosse dal granduca Leopoldo I. Nel 1783 egli diede in comodato d'uso i terreni della fattoria granducale a coltivatori diretti. Successivamente, a partire dalla fine del Settecento, si sviluppò la piccola industria manifatturiera, in particolare fu fiorente la produzione di cappelli in feltro e di calzature. A seguire vi furono le industrie per la lavorazione della seta e per la produzione dei saponi e poi la lavorazione delle pelli. Tuttora, Montevarchi rimane comunque un importante mercato agricolo, con prodotti pregiati come i polli del Valdarno ed i vini doc.

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