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Cavriglia

Superficie: 60.88 km2 chilometri quadrati
Popolazione: 9522 abitanti
Densità per chilometro quadrato: 156,4 abitanti
Principali Eventi
Codice di avviamento postale: 52022
Prefisso telefonico:
Denominazione abitanti: cavrigliensi
Santo Patrono: Santa Berta
Festa patronale:
Giorni di mercato:

Frazioni principali del comune

Castelnuovo dei Sabbioni, Massa Sabbioni, Meleto Valdarno, Montegonzi, Neri, San Cipriano, Santa Barbara, Vacchereccia.

Statistiche e curiosità di Cavriglia

È il Comune più a ovest della provincia di Arezzo, inteso come casa comunale (longitudine 11,4879);

Cenni di storia

Il nome potrebbe derivare dal latino Cabrilius, ma un'altra tesi lo fa derivare da capra (attraverso Capriglia), in riferimento a "capra selvatica" per la loro presenza in loco. Una data su tutte nella storeia di Cavriglia: 17 marzo 1809. In questo giorno si è riunito per la prima volta il "Consiglio della Comune" con incorporazione dei "popoli" di Montaio, Montegonzi, Castelnuovo, Meleto, che precedentemente avevano fatto parte della Lega d'Avane, rimasta in vita fino al 1774. I primi insediamenti umani sono molto antichi, come testimoniano alcuni ritrovamenti archeologici (di epoca romana ed etrusca presso Cavriglia e Montaio, di epoca etrusca presso Sereto) e la toponomastica locale. Sono infatti abbondanti i toponimi di origine etrusca e latina (Avane, Casignano, Secciano, Caiano e lo stesso Cavriglia, da Caprilius). Il versante dei Monti del Chianti occupato dal territorio cavrigliese era quasi con certezza attraversato da una strada di epoca romana che congiungeva il Valdarno con la valle del Greve, passando dal varco di Cintoia. Tale presenza è testimoniata da alcuni toponimi (Casa Migliarina, Monte Termini, Limite) e dal ritrovamento di tratti di selciato, ma soprattutto dall'allineamento, lungo questo ipotetico percorso, di alcune pievi plebane (notoriamente veri e propri "segnavia"): Petrolo, San Giovanni, San Pancrazio e Gaville. Di queste pievi, due, quella di San Giovanni e di San Pancrazio, si trovano nel territorio comunale. Degne di nota sono anche la chiesetta di San Michele a Sereto e quella di San Lorenzo a Casignano, che conservano pressochè intatte le loro caratteristiche romaniche. Documenti del '200 e del '300 testimoniano che le più antiche famiglie feudatarie erano quelle dei conti Guidi e dei Ricasoli con i loro "consorti" Firidolfi; poi, così come in altre zone del Valdarno, salirono alla ribalta le potenti famiglie degli Ubertini e dei Pazzi ed infine i Franzesi. Fino alla seconda metà del '200, il Castello di Montaio fu possedimento dei Guidi e roccaforte ghibellina contro la Repubblica Fiorentina, che infine lo conquistò. Così il Castello di Montegonzi, località già menzionata nei "Decimari" del XIII e XIV secolo, col nome di San Pietro di Formica, che fu prima possesso dei Guidi, poi dei Ricasoli e poi, dopo il 1314, della Repubblica Fiorentina, che ne acquistò la Rocca. Anche Castelnuovo d'Avane (oggi dei Sabbioni), dopo la famosa battaglia di Montaperti, dovette subire la furia dei ghibellini. Proprio a Castelnuovo dei Sabbioni, una lapide sul fronte di una casa ricorda che qui ha vissuto il pittore Andrea Del Sarto. Nel XII secolo, Biccio e Musciatto dei Franzesi dettero vita, in Francia, ad una compagnia mercantile che divenne finanziatrice della corona. A Parigi, nella Rue des Bourdonnais (tuttoggi esistente vicino al Louvre) fecero costruire un palazzo noto col nome di "Hotel des Sir Biche ed Mouche" e divennero consiglieri di Filippo il Bello. Oggi Cavriglia, attraverso le modificazioni subite dal proprio territorio e le nuove condizioni sociali createsi a seguito della recente industrializzazione, ha riscoperto l'importanza delle sue radici culturali e storiche e ne promuove la conoscenza anche a fini turistici. Nel luglio del 2006, un ricercatore di Storia Contemporanea all'Università di Firenze, Filippo Boni, con l'aiuto della più importante memoria storica vivente di Cavriglia, Emilio Polverini, ha pubblicato per la prima volta in sessantatré anni, all'interno del saggio storico "Colpire la Comunità" (edito dalla Regione Toscana e dall'Istituto Storico della Resistenza Toscana, con prefazione del Consigliere Regionale Enzo Brogi (per lunghi anni Sindaco del Comune), foto, nomi e cognomi dei colpevoli della terrificante carneficina, trovati all'interno dell'Archivio Inglese National Archive di Kew, già Public Record Office.

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