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Arezzo

Superficie: 386.25 km2 chilometri quadrati
Popolazione: 100212 abitanti
Densità per chilometro quadrato: 259,4 abitanti
Principali Eventi
Giostra del Saracino (penultimo sabato di giugno, prima domenica di settembre)
Fiera dell'antiquariato (primo fine settimana di ogni mese)
Codice di avviamento postale: 52100
Prefisso telefonico: 05753770
Denominazione abitanti: Aretini
Santo Patrono: San Donato
Festa patronale:
Giorni di mercato: sabato mattina
gemellato con ...
Montenars (Italia)
Saint Priest (Francia)
Eger (Ungheria)
Bedford (Gran Bretagna)
Viseu (Portogallo)
Jaen (Spagna)
San Francisco de Campeche (Messico)
Coppet (Svizzera)
Oswiecim (Polonia)
Norman (Stati Uniti) e Changsha (Cina)

Frazioni principali del comune

Antria, Battifolle-Ruscello-Poggiola, Campoluci, Chiassa Superiore, Giovi, Marcena, Meliciano, Molinelli, Molin Nuovo, Monte Sopra Rondine, Olmo, Palazzo del Pero, Patrignone, Pieve a Ranco, Ponte Buriano-Cincelli, Ponte alla Chiassa, Pratantico-Indicatore, Puglia, Quarata, Rigutino Salceta-Formicheto-Osteria, San Firenze-Fonte di Sala, San Giuliano, San Polo, Santa Firmina, Santa Maria alla Rassinata, Tregozzano, Venere.

Statistiche e curiosità di Arezzo

- primo Comune della provincia per estensione territoriale;
- secondo Comune della Toscana con estensione maggiore del territorio comunale;
- primo Comune della provincia con reddito medio più alto (13470 euro);

Cenni di Storia

Il nome deriva dal latino “Arretium” e greco “Arretion”, una base pre-etrusca (arra) che è collegata al nome etrusco Arnth, diventato in latino Arruns (nome di persona), Arrenius (nome di famiglia) o Arrone (nome di fiume). Sulle origini della città di Arezzo non si hanno dati certi. Nel I millennio a.C., gli Umbri avviarono degli agglomerati costituiti da pastori e agricoltori verso un complesso unico che possiamo già chiamare città di Arezzo. Fra tutte le città della Tuscia, Arezzo fu una tra le più importanti, in quanto centro strategico del territorio (VII secolo a.C.), tanto dal lato militare quanto culturale ed economico (vasi, tombe, ecc.) (reperti ritrovati sulle colline limitrofe). Al Poggio del Sole, in seguito a scavi, fu trovata una necropoli nonché bronzi della Chimera e della Minerva. Arezzo tra il VII e il VI sec. a.C. raggiunse il massimo della sua civiltà per merito della lavorazione dei metalli. Verso il V secolo a.C. la città divenne una lucumonia etrusca e, data la sua posizione favorevole alla produzione agricola e all' allevamento del bestiame, divenne un centro molto importante (V sec. a.C.). Dopo questo periodo, si cominciano a trovare reperti che lasciano individuare il centro urbano (Acropoli di San Corneli, colle di San Donato, alcuni tratti di mura, Necropoli sul Poggio del Sole) Sempre nel V sec. a.C. Arezzo entrò a far parte della Dodecapoli (Veio, Caere, Tarquinia, Vulci, Rosellae, Vetulonia, Volsini, Clusium, Perugia, Cortona, Arezzo, Volterra). Nel IV sec. a.C. Arezzo, Chiusi e Perugia si allearono per combattere i Romani ma senza successo e di conseguenza dovettero sottostare a Roma. Accresciutasi la potenza romana e aumentata la pressione verso le popolazioni etrusche (310 a.C.) anche Arezzo come altre città minori dovette arrendersi e allearsi con Roma. Nonostante tutto ciò Arezzo rimase fino al III sec. a.C., da ogni punto di vista, una delle maggiori città d'Italia. Verso la metà del III secolo d.C. nella zona di Arezzo, soprattutto in città, si diffuse il Cristianesimo, mentre nelle campagne imperava ancora il Paganesimo. Nel 250 Arezzo diventò diocesi e sede vescovile. Il primo vescovo fu San Satiro (270?) al quale poi seguì San Donato (285?) martirizzato (7 agosto 304) durante la persecuzione di Diocleziano. L'invasione dei Longobardi, discesi in Toscana poco prima del 575, costrinse gli aretini a rifugiarsi sul Colle San Donato, luogo ritenuto più sicuro, ove rimasero fino al XII secolo. Il dominio dei Franchi, che subentrarono ai Longobardi, si estese sul territorio e la città di Arezzo non si affermò con la violenza ma con moderata saggezza anche nei riguardi della popolazione Longobarda ancora numerosa in Arezzo. Da Arnaldo in poi (1052), durante la lotta per le investiture, nelle mani del vescovo passò il potere temporale e religioso. Si creò la figura del vescovo-conte. Quasi svanita l'autorità politica dei vescovi, gli Aretini cambiarono modo di governo. Il supremo potere era esercitato da una assemblea generale di tutti i cittadini, una specie di Parlamento cui partecipavano le famiglie residenti da lungo tempo in città e che doveva discutere e decidere intorno ai bisogni e necessità di maggiore entità. Ciò non riuscì ad eliminare le discordie dovute ai vari orientamenti politici. Gli Aretini si schierarono in due fazioni: Ghibellini e Tarlati da una parte, Guelfi dall'altra. Dominazione fiorentina, con gli aretini che si ribellarono e nuova occupazione nel 1384. Sotto i Medici, la situazione ad Arezzo (dal punto di vista demografica) risultava confortante, perché la popolazione, rispetto ai dati dell'inizio del XIV secolo (circa 18000 abitanti), era, come nelle altre città della Toscana, aumentata, (in totale si era arrivati a 22698 abitanti). A partire dal 1539, Arezzo subì consistenti modifiche ad opera del Granduca Cosimo I, che rivoluzionò in grande parte la struttura urbana: chiese, palazzi, torri e interi quartieri furono distrutti. Nel 1561 il Granduca procedette anche alla distruzione totale del Centro Sacro di Pionta per erigere al suo posto una nuova cinta muraria e fortificare ulteriormente la Fortezza di Sangallo. La dinastia dei Medici termina nel 1737 con il Granduca Gian Gastone e inizia la dinastia dei Lorena nella persona di Francesco I, che governa il Granducato tramite un consiglio di reggenza. I Lorena si rivelarono subito migliori dei Medici. Questo lo si vide specialmente col Granduca Pietro Leopoldo (1765-1790) che provvide alla realizzazione ad Arezzo di opere di bonifica, alla costruzione di vie di comunicazione e altro ancora. Arezzo, come tutte le altre città toscane, ricadde sotto il potere dei Granduchi in seguito alle decisioni prese nel congresso di Vienna del 1814. Così ritornò al potere Ferdinando III che regnò fino al 1824. Durante il Risorgimento, gli aretini vollero dare il proprio contributo nella battaglia contro gli Austriaci, inviando 66 militari che nell’Aprile1848 si unirono ad altri due battaglioni provenienti dal napoletano e convogliati verso il nord. Durante l’epoca fascista, il partito creò - oltre alle manifestazioni sportive – anche eventi folkloristici tra i quali la “Giostra del Saracino nel 1931 e la festa dell'uva. Le prime espressioni di arte risalgono all’età del ferro (I millennio a.C.), quando gli Etruschi - e specialmente gli artisti aretini - riuscirono a produrre mediante fusione, oggetti e anche statue di valore inestimabile come la “Chimera”, la “Lupa Capitolina”, “l'Arringatore” e la “Minerva Bronzea”. Nello stesso periodo la produzione fu orientata verso oggetti di uso comune. Fra gli edifici costruiti, da segnalare il Palazzetto della fraternità dei Laici, la Chiesa di Santa Maria della Pieve (all'interno un polittico di Pietro Lorenzetti), il Palazzetto della Zecca (resti), il Palazzo Camaiani, il Palazzo Pretorio, il Palazzo del Popolo con monumento al Petrarca (la casa del Poeta, la Fortezza Medicea) e il Duomo con all'interno l'altare maggiore, i sepolcri di Gregorio X, del vescovo Tarlati, l'affresco della Maddalena di Piero della Francesca e la cappella della Madonna del Conforto. E poi, le terrecotte di Andrea e Giovanni della Robbia, il Palazzo Vescovile, la Chiesa di San Domenico contenente il Crocifisso di Cimabue, la casa del Vasari, la Chiesa della Santissima Annunziata, la Chiesa di Badia, la Basilica di San Francesco con opere di Piero della Francesca (il ciclo degli affreschi della “Leggenda della Vera Croce”), la Chiesa di Santa Maria delle Grazie. L’economia di Arezzo ha una tradizione artigianale che si trascina appresso fin dall’epoca preistorica, assieme a industrie di confezioni e vetrerie che hanno conosciuto un incremento nel XX secolo. A queste attività si aggiungono oreficeria e bigiotteria, abbigliamento, calzaturiero e arredamento. Appuntamento fisso di ogni primo fine settimana del mese è poi quello con la fiera antiquaria, ideata da Ivan Bruschi, del quale è possibile ammirare la Casa Museo.

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