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Monastero della Santa Croce di Fonte Avellana

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Monastero della Santa Croce di Fonte Avellana
Via Fonte Avellana, 8
61040 Serra Sant'Abbondio (PU)
Tel 0721 730261
Fax 0721 730261
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Il Monastero camaldolese della Santa Croce di Fonte Avellana, nel territorio comunale di Serra Sant'Abbondio (Pesaro e Urbino) è situato alle pendici boscose del monte Catria e a un'altitudine di 700 metri sul livello del mare. Le sue origini risalgono alla fine del X secolo e sono legate alla storia della congregazione dei Camaldolesi; fondatore è stato con ogni probabilità San Romualdo nel 980 dopo Cristo, ma un notevole impulso lo diede l'opera di San Pier Damiani, monaco e priore dal 1043, non soltanto per l'ampliamento delle costruzioni ma anche per lo sviluppo culturale e spirituale che fece dell'eremo un punto di riferimento religioso e sociale. La tradizione riporta il numero di 76 santi e beati vissuti nell'eremo, che viene citato nella Divina Commedia (Paradiso, canto XXI) da Dante Alighieri, il quale sembra che ne sia stato anche ospite. Eretta abbazia nel 1325, Fonte Avellana divenne una potenza socio-economica e nel 1392 conobbe la pratica della commenda (XIV - XV secolo). Nel 1569, fu soppressa la congregazione autonoma avellitana che aveva sino ad allora retto il monastero, passando alla congregazione camaldolese. Nemmeno quarant'anni dopo, 1610, passò alla congregazione cenobitica camaldolese di San Michele di Murano. Fonte Avellana restò commenda fino a quasi tutto il 1700, ed anche se ebbe commendatari come il cardinale Giuliano della Rovere (poi Giulio II), ma ben presto andò incontro a una lenta decadenza della sua vita monastica, che si concluse con la soppressione napoleonica del 1810 e di lì a poco con quella italiana del 1866. Tornata sotto la gestione dei monaci camaldolesi, nel 1935, oggi Fonte Avellana ha ritrovato il suo antico splendore, sia spirituale che architettonico. Il 5 settembre 1982 Papa Giovanni Paolo II ha visitato Fonte Avellana in occasione delle celebrazioni del millenario della fondazione dell'Eremo. Dal 2007, anche il Giardino Botanico del monastero, da sempre riservato ai monaci, è aperto al pubblico.

Il monastero

Il fascino del monastero risiede molto nella bellezza della sua struttura architettonica. Una bellezza naturale che colpisce per la sua naturalità e semplicità. La pietra crea un habitat unico e offre una strana sensazione di vuoto. Entrando negli spazi e dimorando nella cella, in base alla regola di San Romualdo, si fa l'esperienza del silenzio che si trasforma in grande energia spirituale. Lo "Scriptorium" di San Pier Damiani" è l'ambiente più significativo di Fonte Avellana; il luogo dove i monaci amanuensi obbedivano alle disposizioni della Regola di San Benedetto circa il lavoro quotidiano, trascrivendo su pergamena antichi testi classici greci e latini e realizzando preziosi codici miniati. Quello di Fonte Avellana è uno dei pochissimi ancora originali, non avendo mai avuto bisogno di essere ricostruito a seguito di bombardamenti o fenomeni sismici. Le giornate sono ritmate dalla preghiera corale della comunità (Lodi, Ora media, Vespri ed Eucarestia).

L'ospitalità

L'ospitalità dei singoli o dei gruppi (anche autogestiti) è praticata durante tutto l'anno. Non si ospitano, invece, campi scuola, scolaresche, gruppi parrocchiali sotto i 18 anni e gruppi turistici. Per le settimane estive, gli arrivi al Monastero sono previsti nel pomeriggio della domenica alle ore 17.00 e le partenze al mattino del sabato dopo la prima colazione. La biblioteca moderna del monastero custodisce circa 7000 volumi, di contenuto prevalentemente teologico, letterario, filosofico, storico e patristico. È stata allestita nel 1965, anno in cui ricorreva il VII centenario della nascita di Dante che, nel Canto XXI del Paradiso della Divina commedia, dialogando con San Pier Damiani, descrive il luogo dove si trova Fonte Avellana, tanto da far pensare ad una sua presenza nell'eremo intorno al 1318, anno in cui era in esilio nella vicina città di Gubbio. La sala è del secolo XI ed era inizialmente utilizzata come foresteria per i pellegrini.

Dove Siamo

Al monastero di Fonte Avellana si arriva dalla A14, ma per chi proviene da Bologna è consigliabile uscire a Fano e percorrere la superstrada in direzione Roma fino a Cagli est e poi proseguire per Frontone, per Serra Sant'Abbondio e quindi per il Monastero di Fonte Avellana. Per chi invece proviene da Pescara, l'uscita è quella di Ancona nord, con prosecuzione lungo la statale 76 in direzione di Roma fino a Genga (uscita Genga – Sassoferrato) e poi per Sassoferrato; da qui, si seguono le indicazioni per Pergola fino a Monterosso, proseguendo poi per Serra Sant'Abbondio e quindi per il Monastero. Per chi invece viene da Roma percorrendo la A1, l'uscita è quella di Orte, quindi E45 fino a Foligno e nuova Flaminia fino a Gualdo Tadino. A questo punto, imboccare la vecchia Flaminia fino a Scheggia e poi seguire le indicazioni. Per chi proviene da Firenze, uscire ad Arezzo e proseguire per Città di Castello, poi imboccare la E45 e uscire a Umbertide-Gubbio. Una volta a Gubbio, deviare per Scheggia e seguire le indicazioni per Fonte Avellana.

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