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Santa Croce al Chienti

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Santa Croce al Chienti
Corso Garibaldi, 84
63019 Sant'Elpidio a Mare (FM)
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L'abbazia di Santa Croce al Chienti si trova a Casette d'Ete, frazione del Comune di Sant'Elpidio a Mare e notizie non molto attendibili fanno risalire la sua fondazione al IX secolo, mentre è certo che nel 968 l'imperatore Ottone I sciolse il monastero dalla dipendenza dal vescovo di Fermo, prendendolo sotto la sua protezione. Grazie alle generose donazioni del potere imperiale l'istituzione monastica si radicò sempre più nel proprio territorio ampliando le sue proprietà agricole e acquisendo un ruolo strategico nel controllo della rete viaria circostante. Il complesso architettonico ricorda molto da vicino il santuario civitanovese di San Marone, e al pari di esso ha subito nei secoli ripetute trasformazioni che sono ancora ben leggibili.

La struttura della basilica

La prima chiesa doveva essere una basilica a tre navate: un edificio molto semplice, di ispirazione ravennate e tutto in mattoni, con la navata centrale larga il doppio di quelle laterali. Una seconda trasformazione dovrebbe essere avvenuta tra il XI ed il XII secolo, in periodo romanico, con l'allungamento della chiesa per ingrandire e sopraelevare la zona presbiteriale; è probabile che in questa occasione sia stata ricavata la piccola cripta sotto il presbiterio, elemento che caratterizza molte abbazie romaniche delle Marche. Nel Settecento, per impulso del cardinale Borgia, arcivescovo di Fermo, furono sopraelevate le navate e le absidi e venne modificata la facciata, rifinita poi con una fascia di archetti più alta delle fasce laterali e con due volute di raccordo in laterizio di gusto tardo-barocco. Nel 1790 il complesso monastico fu ridotto a un casale agricolo, ricavando dalla chiesa un granaio, soppalcando la navata centrale, un'abitazione nella parte absidale ed una stalla nella navata destra. Il complesso andava in preda a incuria e abbandono. Alla basilica di Santa Croce al Chienti è legata la leggenda del tragico amore di Lotario e Imelda, una tipica storia di amor cortese fra il cavaliere e la sua dama. Lotario, cavaliere di Ascoli, ama Imelda, figlia di Eufemio, il feudatario locale. Il padre di lei però contrasta il loro amore e fa rinchiudere la figlia in convento per impedirle di incontrarsi col suo innamorato. Imelda si lascia morire di dolore; Lotario, per vendicare l'amata, uccide Eufemio in duello. Tormentato dal rimorso, Lotario si rifugia tra i monti, diventa eremita e muore in odore di santità. La leggenda vuole che, dopo la morte della sua amata, Lotario si sia profuso nella costruzione della Basilica.

Dove Siamo

Raggiungere l'abbazia di Santa Croce al Chienti, ubicata nell'entroterra di due popolosi centri come Civitanova Marche e Porto Sant'Elpidio, è abbastanza semplice. Per chi proviene dall'Umbria, percorrendo la direttrice proveniente da Foligno, l'uscita è quella di Montecosaro (superstrada della Valle del Chienti Civitanova Marche - Tolentino) e si prosegue in direzione di Fermo; dopo un chilometro e mezzo, prima di raggiungere la frazione di Casette d'Ete, sulla sinistra si trova l'indicazione per Santa Croce, che si raggiunge dopo 3 chilometri, percorrendo una stradina di campagna, asfaltata, che fiancheggia il fiume Ete. Chi invece percorre la statale 16 Adriatica, deve superare l'abitato di Civitanova Marche e dopo il ponte sul fiume Chienti in direzione sud si prende subito a destra la provinciale che sale a Sant'Elpidio a Mare, per arrivare dopo due chilometri e mezzo all'incrocio di Cascinare; qui bisogna girare a destra seguendo l'indicazione per Santa Croce, che si raggiunge percorrendo un'altra stradina di campagna, che per un ultimo breve tratto non è asfaltata.

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