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Santuario di San Pellegrino

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Santuario di San Pellegrino
Via G. Mercuriali,1
47100 Forlì (FC)
Tel 0543 34245
Fax 0543 25643
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Il Santuario di San Pellegrino, oggi nel centro storico di Forlì, si trova sul luogo di una precedente chiesa dedicata a Sant'Agnese e risalente al '200, della quale rimane tuttora il portale d'ingresso della facciata. L'interno è composto da tre navate ornate da dieci altari lungo i lati. Nella zona absidale si trovano sette dipinti raffiguranti i dolori della Vergine, opera seicentesca di Paolo Cignani e una nicchia contenente una settecentesca statua dell'Addolorata. Il Santuario conserva, dal Trecento, all'interno di una teca in cristallo, le spoglie di San Pellegrino, beatificato a inizio Seicento. L'urna si trova in una cappella decorata da un affresco settecentesco sulla cupola, rappresentante il Santo con gli angeli e la Vergine. Nella parete dietro l'urna si trova il dipinto raffigurante Gesù nell'atto di guarire la gamba malata di San Pellegrino, opera seicentesca attribuita a Giovanni Pretelli. Adiacente al Santuario vi è il convento, la cui stanza più antica è la Sala trecentesca, contenente l'affresco con Gesù Crocifisso, davanti al quale San Pellegrino avrebbe invocato la guarigione della gamba. Si segnalano, inoltre, il sepolcro di Luffo Numai e un'Annunciazione dipinta da Marco Palmezzano. Le numerose e pregiate opere che la chiesa custodisce hanno fatto sì che il Santuario venisse dichiarato Monumento Nazionale.

La storia del Santuario

Il Convento fu fondato nel XIII secolo dai Servi di Maria che lo dedicarono a Maria insieme alla Chiesa. Successivamente gli fu dato il nome di Pellegrino, un confratello che, a seguito dei suoi numerosi miracoli, divenne santo e patrono di Forlì. La chiesa, costruita in stile romanico-gotico, nel '600 assunse forme barocche. In una cappella rivestita di marmi policromi viene custodita un’urna che contiene i resti mortali di San Pellegrino, mentre nella cappella del Capitolo si trovano dipinti del XIV secolo realizzati da pittori locali, tra i quali va segnalata una Crocifissione, opera di Giuliano da Rimini. Il Santuario, di stile barocco, è ampio e luminoso. Si compone di tre navate, con dieci altari laterali, convergenti tutti verso l'abside. Nel presbiterio spicca lo stupendo altare maggiore con marmi policromi e l'artistico coro, con 27 scanni a dossale in legno noce, finemente intarsiati: unico esempio in stile gotico di tutta la Romagna. Al centro del vano absidale si eleva la nicchia dell'Addolorata, con la relativa statua, opera dello scultore bolognese Angelo Piò (1690-1770) e sette tele, indicanti i dolori della Vergine, opera del pittore Paolo Cignani (1609-1664). Dal 1345 il Santuario custodisce il corpo semincorrotto di San Pellegrino, tumulato fino al 1639 nella prima cappella a sinistra, detta dell'Incoronata. La Beatificazione di Pellegrino Laziosi, fatta da Papa Paolo V nel 1609, stimolò la comunità dei frati e i fabbricieri a costruire una cappella ad onore del Santo. Essa fu ricavata aprendo la parete della chiesa all'altezza della terza arcata a destra. La costruzione verso l'esterno risultò spaziosa e piena di luce, con una cupola affrescata nel 1721 dai fratelli pittori Francesco e Felice Bondi. L'affresco rappresenta San Pellegrino portato in cielo dagli angeli e accolto dalla Vergine Maria. La canonizzazione di San Pellegrino, ad opera di Papa Benedetto XIII nel 1726, fu l'occasione per procedere ad un nuovo ampliamento della cappella, ottenuto con l'aggiunta di un secondo vano a forma di abside, su disegno dell'architetto forlivese Fra Giuseppe Merenda, domenicano. Altri abbellimenti si aggiunsero poi tra gli anni 1740-1742, grazie alle generose donazioni del cavaliere Giorgio Viviani Marchesi Bonaccorsi, patrizio forlivese, divenuto poi sacerdote. Il Marchesi si rivolse ai fratelli Ottaviano e Nicola Toselli, scultori bolognesi, per la costruzione dell'altare, dell'arca marmorea per le reliquie del Santo e dei sei angeli che la circondano. Al maestro Domenico Toschini di Ravenna furono commissionati i rivestimenti in marmo dell'intera cappella. Al centro della medesima, lo stesso monsignor Marchesi fece preparare la sua tomba, ove fu deposto alla sua morte (1757). Sopra l'urna di cristallo, in cui riposa San Pellegrino rivestito con l'abito dei Servi di Maria, spicca in parete il quadro che rappresenta Gesù crocifisso in atteggiamento di guarire la gamba piagata del Santo. Secondo l'opinione più diffusa, la tela sarebbe opera dell'artista forlivese Giovanni Pretelli, soprannominato Giovannone o Giannone, morto nel 1648. Egli, però, l'avrebbe eseguita su disegno del suo maestro Simone Cantarini da Pesaro, detto il Pesarino (1612-1648).

Dove Siamo

Per raggiungere Forlì, la direttrice più comoda è senza dubbio l'autostrada A14, con uscita propria. Forlì è situata poi lungo la via Emilia e da sud si può raggiungere anche attraverso la E45, con uscita a Cesena nord e prosecuzione, sempre a nord, verso Forlì. Stazione ferroviaria propria sulla linea adriatica.

Servizi

Tutti i mercoledì del mese alle ore 17.00 è in programma la funzione per i malati, in particolar modo per quelli di cancro. Il 1° maggio invece, a Forlì è in programma la "Solennità di San Pellegrino Laziosi", il patrono principale della città. Per l'occasione sarà celebrata la Novena predicata con la pertecipazione delle realtà religiosi e civili della zona.

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