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Abbazia di Sant'Eutizio a Preci

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Abbazia di Sant'Eutizio a Preci
Loc. Piedivalle
06047 Preci (PG)
Tel 0743.99659
Fax 0743.99659
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L'Abbazia di Sant'Eutizio si trova a Preci, in Valnerina, a circa 18 chilometri da Norcia. Fu fondata dai monaci Siriani (i Padri del Deserto) giunti nel V secolo nella Valcastoriana ed è stata la culla del monachesimo occidentale poichè San Benedetto da Norcia si recava spesso da questi monaci che sono stati i suoi padri spirituali. L'abbazia sorse quindi su questo luogo, dove vi era un oratorio eretto alla Vergine Maria, poi ampliato e il cui complesso venne restaurato nel 1236. L'esterno è caratterizzato da una facciata originale, opera di Mastro Pietro, con un bel portale romanico ed un rosone chiuso dai simboli degli Evangelisti. L'interno, ad una navata, con il presbiterio rialzato e la cripta divisa da due colonne, custodisce un pregevole tempietto scolpito nel 1514 da Rocco di Tommaso da Vicenza dove sono custodite le spoglie di Sant'Eutizio; un coro ligneo del XVI secolo opera dell'artista locale Antonio Seneca ed una pietra scolpita dell'VIII secolo appartenente alla primitiva chiesa dedicata a Maria Vergine. Molto suggestive le grotte del V secolo dove vivevano gli eremiti e il precorso naturalistico e storico da cui si diparte con un sentiero fino a Norcia.

La storia dell'Abbazia

L'Abbazia di Sant'Eutizio è stata per diversi secoli il centro ispiratore di tutte le attività della valle. Trascorsero alcuni secoli, nel corso dei quali al monastero vennero concessi, sia dall'Impero che dalla Chiesa, numerosi privilegi e donazioni. Nel 1180, l'abate Teodino I diede inizio ai lavori per il restauro e l'ampliamento della chiesa: l'opera si concluse nel 1236, sotto il successore Teodino II. Oggi la chiesa, cuore dell'abbazia, mostra ancora - priva di manomissioni - la superba facciata ingentilita da un rosone di stile romanico-spoletino. All'interno, sotto un presbiterio decisamente rialzato, si scopre un'ampia cripta, le cui volte poggiano su due massicce colonne in pietra locale appartenute, probabilmente, all'antico oratorio. Al centro del presbiterio troviamo un pregevole tempietto nel quale si conservano le spoglie di Sant'Eutizio. Il monumento, di pregevolissima fattura, attribuito a Rocco da Vicenza, venne scolpito, nel 1514, su commissione dell'abate Scaramellotti, a contorno, nello stesso periodo, venne intagliato in legno di noce il coro, opera di Antonio Seneca della vicina Piedivalle. Il complesso dell'abbazia si affaccia su due cortili. Il primo, più ampio, nel quale domina la chiesa, è caratterizzato da due splendide bifore trecentesche; il secondo, ad ornamento di una fontana, ha una transenna in pietra, scolpita a losanghe, riferibile al secolo VIII e appartenente alla antica chiesa dedicata alla Vergine. Molto suggestive sono le grotte dove si ritirarono Sant'Eutizio e San Fiorenzo, scavate nello sperone roccioso che sovrasta, a picco, l'abbazia e sulla cui sommità venne poi eretto il campanile. Santo Spes fu il maestro di San Benedetto da Norcia, di Sant'Eutizio e di San Fiorenzo, e nel 470 fondò il monastero, in cui visse per quarant'anni convivendo con la sua cecità. Il 28 marzo del 510 Santo Spes morì e Sant'Eutizio, date le sue grandi virtù e la sua devozione, prese il suo posto nel cenobio. Dopo la morte di Santo Spes la comunità riuscì a mantenere un sano equilibrio e raggiunse una forma ben definita ed organizzata. Infatti, ebbe un notevole impulso: per celebrare l'impegno di Sant'Eutizio per la comunità, venne eretta la chiesa in suo onore, nella quale alla sua morte, il 23 maggio del 540, vennero deposte le proprie spoglie. Egli fu una figura molto importante per la comunità, tanto che chiamato l'evangelizzatore della valle. Quando avanzò la crisi demografica, che nella tarda antichità investì l'impero romano, le invasioni barbariche rasero al suolo i paesi rendendoli deserti; l'Abbazia rimase l'unico punto di riferimento per le popolazioni smarrite della zona. Infatti, come narrano "I dialoghi" di Gregorio Magno, l'avvento dei Longobardi non sembrò sconvolgere la vita dell'Abbazia. La prosperità di cui godeva l'Abbazia permise ai monaci, che ormai vivevano sotto la Regola di San Benedetto, di migliorare gli edifici del complesso monastico e di dotarsi di un'efficiente biblioteca e di uno scriptorium, all'interno del quale furono redatti i celebri codici liturgici dell'Abbazia di Sant'Eutizio, codici che testimoniano la forte esperienza di vita e di fede vissuta dai monaci. Tra le mura dell'Abbazia fu redatto uno dei più antichi e importanti documenti in volgare dopo il Placito di Montecassino: la Confessio Eutiziana, realizzata nella prima metà dell'XI secolo. La biblioteca rimase intatta fino al 1605, quando l'abate Giacomo Crescenzi, appartenente ad una nota famiglia patrizia romana, ne donò una parte (circa 35 codici con miniature) a S. Filippo Neri, del quale era stato figlio spirituale. Il XIV secolo fu caratterizzato da una serie di unioni e scorporamenti del Monastero di San Benedetto a Norcia con l'Abbazia; infatti il 7 ottobre 1368 Papa Urbano V tolse a Sant'Eutizio il Priorato di San Benedetto in Norcia e lo unì al Sacro Speco di Subiaco. Qualche anno dopo, precisamente l'8 maggio 1377, Papa Gregorio IX unì di nuovo San Benedetto a Sant'Eutizio nella persona di un unico abate; però quest'atto non fu gradito a Sant'Eutizio, poiché fu considerata una mossa per trasferire la dignità abbaziale a Norcia. Con il calo delle vocazioni, l'abbazia venne abbandonata negli anni ‘50 dagli ultimi monaci che vi dimoravano. Rimasta in stato di abbandono per decenni, i suoi tesori principali vennero trasferiti a Roma per metterli al riparo dai furti. Fondamentale per il ritorno alla vita di questa abbazia fu l'opera e la dedizione di un prete della diocesi di Spoleto-Norcia, don Fabrizio Proietti, che alla metà degli anni ‘80, non ancora trentenne, chiese e ottenne il permesso di insediarsi nella struttura, ripulendo con la sola forza delle proprie mani buona parte del complesso. Nel settembre 2012 verrà finalmente reinserita una nuova piccola comunità di monaci benedettini.

Dove Siamo

Per raggiungere da nord Preci e l'abbazia di Sant'Eutizio, si esce dall'autostrada A1 all'altezza di Valdichiana e si prosegue lungo il raccordo Bettolle-Perugia, poi E45 con svolta per Assisi e Foligno sulla strada 75 e ingresso nella statale 3 Flaminia a Foligno, con deviazione in direzione di Spoleto e uscita per Norcia. Per chi proviene dalla A14 scendendo verso sud, uscita a Cesena nord, prosecuzione lungo la E45 fino al bivio per Assisi e Foligno. Il resto come sopra. Per chi invece arriva dalla A14 in direzione nord, uscita dall'autostrada all'altezza di Fano, prosecuzione per Gubbio, poi E45 e come sopra, ma si può uscire anche a Civitanova Marche e raggiungere Foligno, poi imboccare la statale 3 Flaminia in direzione di Spoleto. Per chi proviene da sud attraverso la A1, uscita a Orte, raccordo per Terni e statale 3 Flaminia, con uscita per Norcia e Preci.

Servizi

Il Museo ha la sede in alcune sale dell'abbazia di S. Eutizio, fondata da Santo Spes nell'anno 470. Gli oltre 1500 anni di vita del complesso hanno prodotto una suggestiva stratificazione di testimonianze artistiche. Nei locali del museo, in occasione dei consolidamenti conseguenti al terremoto del 1997, sono emerse le murature del complesso iniziale, databili all'ultimo quarto del VI secolo, in perfetto accordo con quanto riferisce San Gregorio Magno. La chiesa abbaziale è uno splendido esempio di arte romanica; al centro del coro vi è il monumento sepolcrale dei SS. Eutizio e Spes, del 1514.

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