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Abbazia di Sant'Antimo

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Abbazia di Sant'Antimo
Loc. Sant'Antimo
53024 Montalcino (SI)
Tel 0577 835659
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È un complesso monastico situato presso Castelnuovo dell'Abate (Siena), all'interno del Comune di Montalcino. Si tratta di una delle architetture più importanti del romanico toscano. Il nucleo primitivo dell'abbazia di Sant'Antimo risale al culto delle reliquie di Sant'Antimo di Arezzo, alla cui morte, nel 352, sul luogo del suo martirio venne edificato un piccolo oratorio. Nello stesso luogo sorgeva una villa romana: lo dimostrano i numerosi reperti di epoca romana come il bassorilievo con la cornucopia sul lato nord del campanile o alcune colonne nella cripta carolingia. L'incisione "Venite et bibite" invece farebbe pensare alla presenza di una fonte con proprietà terapeutiche. Nel 715 la chiesa era custodita da un prete della diocesi di Chiusi. Nel 770 i Longobardi incaricarono l'abate pistoiese Tao di iniziare la costruzione di un monastero benedettino e gli affidarono anche la gestione dei beni demaniali del territorio.

La storia dell'Abbazia di Sant'Antimo

Le abbazie erano utilizzate come sosta dai pellegrini diretti a Roma, dai mercanti, dai soldati e dai messi dei re. L'abside della Cappella Carolingia, attualmente sagrestia della chiesa. Carlo Magno, di ritorno da Roma nell'781, ripercorrendo la grande via creata dai Longobardi, chiamata in seguito "Francigena" perché "strada originata dai Franchi", giunse a Sant'Antimo e pose il suo sigillo sulla fondazione del monastero. Quasi certamente la fondazione ad opera di Carlo Magno è da interpretare come una pura leggenda medievale. Il 29 dicembre 814 un documento di Ludovico il Pio, figlio e successore di Carlo, arricchisce l'abbazia di doni e privilegi. L'abbazia diventa a tutti gli effetti, un'abbazia imperiale. Con l'impulso carolingio, la comunità inizia il suo periodo di apogeo. Nel 1118 il Conte Bernardo degli Ardengheschi cede il suo intero lascito "in toto regno Italico e in tota marca Tuscie" ad Ildebrando, figlio di Rustico, affinché lo trasferisca all'abbazia. Il monastero versa a Fortisguerra, fratello di Bernardo, 1000 libbre per l'accordo di non molestare più i monaci nel godimento della proprietà. A memoria della donazione, questo evento è inciso sui gradini dell'altare maggiore, come "Carta Lapidaria". Proprio nel 1118 inizia la costruzione della nuova chiesa, sotto la guida dell'abate Guidone. Il punto di riferimento più importante per il progetto della nuova chiesa è la grande abbazia benedettina di Cluny. L'abate richiede l'intervento degli architetti francesi per progettare il nuovo edificio, che in parte si ispira alla chiesa benedettina del 1050 di Vignory. Il capitello della Madonna col Bambino e gli Evangelisti collocato sul campanile e antecedente alla chiesa attuale. Alcune sculture, la porta nord e quella sud, gli stipiti della sagrestia, alcuni capitelli collocati nella tribuna nord, altri capitelli, frammenti di decorazioni o pilastrini, fanno pensare all'esistenza di un edificio antecedente al XII secolo, quando iniziò la costruzione della nuova abbazia. Intorno al 1000 sarebbe stata edificata una chiesa, di cui rimane solo il campanile, costruito inizialmente staccato dalla navata, secondo la tradizione medievale. Per questo motivo le modifiche del 1118 hanno tenuto conto di vincoli architettonici già esistenti, adeguando i volumi del presbiterio in modo da inserirlo tra il campanile e la Cappella Carolingia. La zona del coro risulta infatti più stretta del resto dell'edificio. Verso la metà del secolo XII la costruzione della nuova abbazia è quasi completata, solamente la facciata non è ancora compiuta. Ma il 12 giugno 1212 con un accordo tra l'abate di Sant'Antimo, la città di Montalcino e Siena è sancito che l'Abbazia deve cedere un quarto del territorio di Montalcino alla città senese. Con la perdita di Montalcino, l'abbazia perde il centro più importante della propria giurisdizione. Siena inizia ad intaccare i beni della comunità benedettina: nel 1293 i monaci possiederanno soltanto un quinto di tutte le antiche proprietà situate tra Montalcino e Seggiano. Nel 1291 papa Nicolò IV ordina la fusione della comunità dell'abbazia con i Guglielmiti, ramo riformato dei Benedettini. Questa decisione intende ridare vigore alla comunità religiosa di sant'Antimo. Dal 1397 al 1404 l'abbazia viene amministrata, retta e governata da fra Bartolomeo di Simone, vescovo di Cortona. Il 4 agosto 1439, l'abate Paolo è incarcerato per le sue scelleratezze. Nel 1462 nella Cappella Carolingia si riunisce per l'ultima volta il capitolo dei Guglielmiti. Papa Pio II nel 1462 sopprime l'abbazia affidandone i beni al vescovo Cinunghi, ordinario della nuova diocesi di Montalcino - Pienza, creata il 13 agosto. Pio II voleva trasformare il suo paese natale, Corsignano, in una città rinascimentale, Pienza, dandole un vescovo, suo nipote, con territorio e dominio. Nel 1870 l'abbazia di Sant'Antimo era abitata da un mezzadro, che alloggiava nell'appartamento vescovile, utilizzava la cripta carolingia come cantina, la chiesa come rimessa agricola e il chiostro per gli animali. Lo stesso anno l'abbazia passa sotto la giurisdizione delle Belle Arti. Con sette campagne di restauro l'abbazia arriva a risultare allo stato attuale. Le prime due, dal 1872 al 1873 e nel 1876 eliminano tutto ciò che alterava la struttura originaria e viene aperta la grande bifora dell'abside che ora illumina la chiesa.

Dove Siamo

Per chi viene dal Nord (Firenze) percorrendo la superstrada per Siena, l'uscita è quella di Siena sud, con prosecuzione per la Via Cassia e, dopo Buonconvento, svolta per Montalcino, Castelnuovo dell'Abate e Sant'Antimo. Per chi arriva dal Sud (Roma), è preferibile uscire a Chiusi, proseguire per Chianciano Terme, San Quirico d'Orcia, Montalcino e Sant'Antimo. Per chi arriva dal mare (Grosseto), prendere a Paganico la strada per il Monte Amiata e a dopo borgo Santa Rita girare a sinistra per Montalcino e Sant'Antimo. La stazione Fs più vicina è Buonconvento ed è sulla linea Grosseto - Siena. Esistono delle coincidenze in pullman per Montalcino poi per Castelnuovo Abate.

Servizi

La Comunità dell'Abbazia di Sant'Antimo, come tutte le comunità di canonici regolari, si propone una doppia finalità. La prima è essere dei sacerdoti con una forte vita contemplativa. È soprattutto nella liturgia che contempliamo il mistero di Cristo vivente. La seconda è la sua attività pastorale e apostolica: l’annuncio di Cristo risorto. Si può dire che dalla contemplazione del volto di Cristo scaturisce l’urgenza di annunciarlo a tutte le creature. In queste pagine ti presentiamo le attività che si svolgono all'interno dell’abbazia.

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