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Lago di Pilato

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Lago di Pilato

63088 Montemonaco (AP)
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Il Lago di Pilato è uno specchio d'acqua situato sul Monte Vettore a quota 1941 metri, nel massiccio e nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. È conosciuto e spesso definito "il lago con gli occhiali", in base alla forma dei suoi invasi complementari e comunicanti nei periodi di maggiore presenza di acqua. Il lago si trova geograficamente nelle Marche, anche se il confine umbro dista meno di un chilometro ed è racchiuso in una stretta valle glaciale a nord della cima principale del massiccio. È l'unico lago di origine naturale presente delle Marche ed uno dei pochissimi glaciali di tipo alpino presenti sull'Appennino. Si è formato a causa dello sbarramento creato dai resti di una morena creatasi in epoca glaciale; la sua ubicazione è tra pareti impervie e verticali, immediatamente sotto la cima del Monte Vettore.

Le caratteristiche del bacino

Le dimensioni del lago e la portata d'acqua dipendono principalmente dalla distribuzione delle precipitazioni: il lago è infatti alimentato, oltre che dalle piogge, soprattutto dallo scioglimento delle nevi, che ricoprono per buona parte dell'anno la superficie dello specchio d'acqua fino all'inizio dell'estate; alcuni nevai resistono nell'area fino ad agosto, nonostante la non elevatissima altitudine del monte Vettore.

Le dimenzioni del lago

Il perimetro del lago è di circa 900 metri per una larghezza di 130 metri: la misurazione della profondità degli invasi, pari a circa 8-9 metri, fu rilevata nell’anno 1990, quando la zona restò completamente asciutta per una forte siccità. Il lago non ha immissari visibili, ma sul fondo sono presenti inghiottitoi che possono essere relazionati con le sorgenti del fiume Aso attraverso canali carsici sotterranei.

I misteri del lago

Nella tradizione popolare il lago è stato ed è considerato un luogo magico e misterioso. Prende infatti il suo nome da una leggenda secondo la quale nelle sue acque sarebbe finito il corpo di Ponzio Pilato condannato a morte da Tiberio. La pena non fu solo questa, ma anche la mancata sepoltura del suo cadavere. Il corpo, chiuso in un sacco, venne affidato ad un carro di bufali lasciati liberi di peregrinare senza meta e sarebbe precipitato nel lago dall'affilata cresta della Cima del Redentore. Anche per questo il lago, a partire dal XIII secolo è stato considerato luogo di streghe e negromanti, tanto da costringere le autorità religiose del tempo a proibirne l'accesso e a far porre una forca, all'inizio della valle, come monito. Intorno al suo bacino furono alzati muri a secco al fine di evitare il raggiungimento delle sue acque. Altro nome usato nell'antichità era quello di Lago della Sibilla, come si evince da una sentenza di assoluzione emessa dal Giudice della Marca Anconitana De Guardaris nel 1452, a favore della comunità di Montemonaco, per aver accompagnato cavalieri stranieri a consacrare libri magici ad Lacum Sibillæ. Nel Museo della Grotta della Sibilla, presso Montemonaco, è custodita una pietra scura, detta "La Gran Pietra", che reca incise lettere misteriose e rinvenuta nei pressi del lago. Secondo la leggenda questo sarebbe il lago Averno da cui si entra nel mondo degli Inferi.

Le specie presenti nelle acque

Il lago ospita un particolare endemismo, il Chirocefalo del Marchesoni: è un piccolo crostaceo di colore rosso che misura 9-12 millimetri e nuota col ventre rivolto verso l'alto. La zona presenta anche un insetto molto piccolo detto ditiscide, coleottero acquatico nero di origine boreo-alpina. È severamente vietato bagnarsi nelle acque del lago. Bisogna mantenere una distanza di almeno 5 metri dal bordo per evitare di calpestare le uova del chirocefalo deposte a riva, tra le rocce in secca. Nonostante questi divieti e i controlli da parte delle Guardie Forestali non è raro imbattersi in gruppi di turisti che, incuranti o ignari delle restrizioni di legge, si immergono o si bagnano i piedi nelle acque o ne prelevano per dissetarsi.

Come raggiungerci

Da Nord e da Sud prendere l'Autostrada A14 (da nord in direzione di Ancona e da sud in direzione di Napoli), per poi seguire la direzione San Benedetto del Tronto/Ascoli Piceno, continuare su RA11, uscire in direzione Roma, imboccare la SS 4, continuare sulla SP 237, attraversare Roccafluvione, Ropaga e proseguire in direzione Montemonaco. Da Ascoli Piceno prendere la SP 235, proseguire in direzione della SS 4, continuare sulla SP 237, attraversare Roccafluvione, Ropaga e proseguire in direzione Montemonaco.

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