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Lago di Alviano

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Lago di Alviano
Loc. Madonna del Porto
05025 Guardea (TR)
Tel 0744/903715
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Lago di Alviano

Il Lago di Alviano o anche Oasi di Alviano è un bacino artificiale che si trova in Umbria, in provincia di Terni ed è stato realizzato nel 1963 con uno sbarramento del fiume Tevere. L'esigenza era quella di regolamentare le acque reflue del Lago di Corbara per poterle sfruttare a fini energetici. La denominazione nasce dalla vicinanza con il Comune di Alviano. Soggetto ad un progressivo impaludamento (la profondità si attesta mediamente sui 30 centimetri) il lago ha richiamato con il tempo migliaia di uccelli in migrazione, tra cui anatre, oche e folaghe, così da indurre le amministrazioni locali, insieme al Wwf e all'Enel, alla realizzazione di un'oasi naturale, definita appunto Oasi di Alviano. L'area comprende circa 900 ettari di terreno con oltre 160 specie di uccelli: vi si pratica il bird-watching ed è attrezzata con sentieri, camminatoi sull'acqua e torrette di avvistamento. L'oasi si estende anche ai vicini comuni di Guardea e Montecchio.

La flora e la fauna ittica

L'Oasi si trova all'interno di un Sito d'Importanza Comunitaria nei territori comunali di Guardea, Alviano, Montecchio e Civitella d'Agliano (Terni). E' anche una Zona di Protezione Speciale. L'area, di 900 ettari, comprende tutti gli ambienti tipici delle zone umide ad acqua dolce: palude, stagno, acquitrini, marcita, bosco igrofilo, tra i più estesi dell'Italia centrale. Alla fine degli anni '60, dopo solo sette anni dalla costruzione dello sbarramento di Alviano sul Tevere, il lago che si era formato richiamava migliaia e migliaia di uccelli acquatici in migrazione ma, insieme agli uccelli, richiamava anche i cacciatori di questa particolare fauna. Dal 1971 iniziò una estenuante lotta degli ambientalisti perché su tutta la superficie del lago, circa mille ettari, venisse istituita un'Oasi di protezione della fauna selvatica. Soltanto nel 1977, la Regione dell'Umbria decretò il divieto di caccia su tutta l'area, garantendo definitivamente la tranquillità per gli uccelli acquatici che vi potevano sostare. Da quel momento e da più parti furono portate avanti le più svariate iniziative perché l'Oasi venisse attrezzata con sentieri e punti di osservazione per il "birdwatching".

Come raggiungerci

Per chi giunge da Roma, percorrere l'autostrada A1, uscita Attigliano, e poi seguire le indicazioni per l'Oasi o per Alviano, fino a raggiungere Madonna di Porto, dove si trova l'ingresso dell'Oasi. Per chi arriva in direzione di Firenze invece, uscire ad Orvieto e poi seguire le indicazioni per l'Oasi o per Alviano.

Servizi

Nel 1983 la Provincia di Terni costruì il primo sentiero natura attrezzato per le visite. Nel 1989, la stessa Provincia, costruì un secondo sentiero, quando già da tempo era iniziata la collaborazione con il Wwf Italia. Collaborazione che, dal 1988, il Wwf iniziò anche con l'Enel, proprietaria dello sbarramento e di gran parte dell'area interessata dall'Oasi. Da quella collaborazione, nel 1990, nacque un progetto di valorizzazione naturalistica ed educativa che costituì la base per costruire il futuro dell'Oasi. Fu così che nel 1994, ancora la Provincia di Terni, costruì un'importante aula all'aperto che può ospitare più di cinquanta visitatori, oltre ad una torre e ad altri interventi sull'ambiente palustre. Il fatto che uno sbarramento di un fiume come il Tevere abbia prodotto più di 500 ettari di palude, lago, acquitrini e bosco igrofilo, è un evento davvero raro. L’ecosistema è tale che si rivela adatto alla riproduzione ed alla sosta di circa 150 specie di uccelli acquatici. L'area è una importante stazione di rifornimento alimentare di uccelli rari come le gru, le oche selvatiche o il falco pescatore. Una porzione dell'Oasi è stata pensata anche per gli uomini perché possano godere di questi spettacolari eventi. Per questo sono stati costruiti ed attrezzati due percorsi natura, per un totale di circa quattro chilometri. Sono ben attrezzati con capanni per il "birdwatching", di torri, di passerelle e perfino di un'aula scolastica all'aperto, proprio in mezzo alla palude.

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