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Cannara

Superficie: 32.65 km2 chilometri quadrati
Popolazione: 4324 abitanti
Densità per chilometro quadrato: 132,4 abitanti
Principali Eventi
Processione della Rinchinata (Pasqu)
Festa della Cipolla (metà settembre)
Codice di avviamento postale: 06033
Prefisso telefonico: 0742
Denominazione abitanti: Cannaresi
Santo Patrono: San Matteo
Festa patronale:
Giorni di mercato:
gemellato con ...
Montalto Dora (Italia)

Frazioni principali del comune

Collemancio.

Cenni di Storia

Il nome è un derivato da canna con l'aggiunta del suffisso -aria ed è dovuto all'abbondanza di canne in zona. L’origine di Cannara risale alla bonifica delle paludi avviata da Teodorico nel 545 e portata avanti dai monaci che, stanziatisi tra il fiume Timia (Topino) e il torrente Rapace, capaci di garantire una difesa naturale, avviarono sistematicamente l'opera di risanamento, coadiuvati nell'impresa dalle popolazioni circostanti. Nel 1085 una Ecclesia Sancte Marie in Rivo dipende dall'importante abbazia di Sant'Angelo di Limigiano nei pressi di Bevagna. Si tratta di Sancte Marie in Cannaio, la chiesa cui Lucio III nel 1184 concede dei privilegi. Lo stesso pontefice pone sotto la protezione della Sede Apostolica Santa Maria di Cannaia, San Sebastiano entro lo stesso castello e le terre di sua pertinenza. Alla fine del XII secolo quindi Cannara ha già una entità urbana ben definita, sebbene soltanto nel 1211 è attestata la dizione in territorio Cannarie a comprovare "la raggiunta configurazione spaziale dell'insediamento". La sua estensione territoriale risulta tuttavia assai limitata, poiché nel 1160 Federico Barbarossa pone il confine con Assisi ad rivum de Cruce, cioè in prossimità del monastero benedettino di Santa Croce del Timia, a ridosso dell'odierna Cannara. Quando vi si stanziano nel 1170, i fuoriusciti perugini guidati da Valerio Ranieri trovano di fatto un borgo in progressivo sviluppo, naturalmente difeso da due corsi d'acqua e circondato da terre fertili, faticosamente strappate alle paludi. La sua posizione strategica tra Bettona, Assisi e Bevagna, spinge nel 1219 il ghibellino Napoleone di Ranaldo Trinci, signore di Foligno e Nocera, a impossessarsene, facendone un munito avamposto per altre conquiste territoriali. Nel corso del XIII secolo il tessuto cittadino, cinto da mura e torri merlate, acquista una precisa fisionomia, dominato dai campanili delle chiese di Santa Maria, di San Sebastiano e di San Biagio, documentata dal 1244. Ad esse si aggiungono le chiese di San Giovanni Battista e di San Francesco, il monastero delle clarisse presso San Sebastiano, il piccolo oratorio del Terz'Ordine. Nel secolo successivo le Rationes decimarum (1333-1334) attestano anche l'esistenza delle chiese di San Matteo, di San Pietro, di Santa Repleta distribuite nei terzieri che presero il nome dalle tre porte che immettevano nel borgo: Santa Maria, San Matteo e San Giovanni. Per ragioni di confine dal 1276 Cannara è gravata dalla pressione sempre più forte della vicina e potente Assisi. Ciò consente alla guelfa Perugia, desiderosa di arginare l'espansionismo assisiate aprendosi un varco nella valle. Nel 1326 il ghibellino Muzio di ser Francesco, impadronitosi nel 1319 del governo di Assisi, riuscendo a fuggire dalla città, nonostante il feroce assedio dei perugini, assale Cannara, dove questi ultimi avevano posto un forte presidio, sottoponendola a ruberie e stragi. Nel 1369 la stessa ferma fedeltà a Perugia spinge Cannara a non prestare atto di sottomissione ai legati pontifici, incaricati dal cardinale Egidio di Albornoz di riorganizzare le terre della Chiesa. Nel 1387 il borgo è sottoposto nuovamente a dura prova dai saccheggi e incendi causati dalle truppe mercenarie dei Brettoni, assoldate dai Michelotti, d'intesa con il fuoriuscito assisiate Guglielmo di Carlo, al fine di destabilizzare Perugia. L'orda, entrata in Cannara senza colpo ferire per il tradimento del castellano, costringe gli abitanti a fuggire e rifugiarsi in territorio perugino. Solo due anni più tardi, grazie anche all'appoggio del pontefice, i cannaresi riusciranno a tornare nella loro terra. Nel 1416 Braccio Fortebraccio da Montone conquista Perugia, Cannara ed altre terre del circondario, facendone il primo nucleo del suo potente stato. Nel 1420 ne ottiene la concessione in vicariato da Martino V, che quattro anni dopo riconoscerà il possesso a Malatesta Baglioni, che aveva sposato la nipote di Braccio. Ha così inizio la lunga signoria baglionesca che, salvo brevi interruzioni, si protrarrà fino alla morte di Malatesta V vescovo di Assisi nel 1648, anno in cui Cannara tornerà definitivamente a far parte dei domini della Chiesa. Alla morte di Malatesta V, vescovo di Assisi ed ultimo discendente dell'illustre casata, i beni ad essa appartenuti vengono messi all'asta dal tesoriere della Camera Apostolica ed acquistati dagli Ughi di Firenze nel 1658. Cannara, dopo due secoli di signoria baglionesca, torna sotto il diritto controllo della Chiesa. Il governo pontificio garantisce sostanzialmente alla città un lungo periodo di pace, bruscamente interrotto dalle truppe napoleoniche, che impongono alla comunità un debito di ben 4300 scudi per il foraggio fornito alle truppe. Dopo l'Unità d'Italia la città è protagonista di una lenta ma durevole crescita economica, legata alla valorizzazione dei suoi prodotti agricoli. Se il carattere palustre dell'area ha creato nel tempo problemi allo sviluppo del sistema fondiario e mezzadrile, ha tuttavia garantito anche una costante irrigazione delle terre, permettendo vantaggiose coltivazioni di grano, granturco e cereali. L'olio di Collemancio, il vino e le cipolle di Cannara dalla seconda metà del secolo iniziano a conquistare i mercati regionali ed extra regionali. Con l'allaccio dell'elettricità si modernizzano i molini del grano e dell'olio e sorgono i primi impianti industriali, tra cui la rinomata fabbrica di biscotti di "tipo inglese" dei fratelli Paoli (1905) e la Bonaca (1901), industria chimica tra le più importanti della regione.

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