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Loro Ciuffenna

Superficie: -- chilometri quadrati
Popolazione: 5925 abitanti
Densità per chilometro quadrato: abitanti
Principali Eventi
Codice di avviamento postale: 52024
Prefisso telefonico: 055
Denominazione abitanti: Loresi
Santo Patrono: Maria Santissima Assunta
Festa patronale:
Giorni di mercato: Lunedì
gemellato con ...
Gruissan (Francia)
Tifariti (Sahara Occidentale)

Frazioni principali del comune

Anciolina, Borro, Casa, Casale, Casamona, Chiassaia, Faeto, Gorgiti, Gropina, Malva, Modine, Odina, Oliveto, Poggio di Loro, Pratovalle, Querceto, Rocca Ricciarda, San Clemente, San Giustino Valdarno, Sercognano, Trappola, Trevane, Villa.

Statistiche e curiosità su Loro Ciuffenna

E' il secondo Comune della provincia di Arezzo con l’altitudine massima (1593 metri), a pari merito con Castel San Niccolò e dietro Stia;

E' il secondo Comune della provincia di Arezzo con la maggiore escursione altimetrica (1376 metri) dopo Castelfranco di Sopra;

Cenni di storia

Il nome deriva dal latino laurus, ossia alloro e dal torrente Iofinne, che scorre nei pressi e che a sua volta deriva dal nome etrusco di persona Ciufenna o latino Clufennius. Situata lungo l'antica via di collegamento fra Arezzo e Fiesole, l'area sulla quale sorge oggi Loro Ciuffenna fu abitata anticamente dagli Etruschi, come esplicitato da Tito Livio nel XII libro della sua opera Ab Urbe Condita Libri, nonché dalla stessa toponomastica del luogo (Il nome del torrente che attraversa il paese, Ciuffenna è di indubbia provenienza etrusca, così come quello della vicina località di Gropina, probabilmente derivazione dall'etrusco "Krupina"). Nel 210 a.C., descrivendo il passaggio di Annibale da queste parti, Tito Livio annota che i terreni sono ancora chiamati Campi Etruschi. Con la lastricazione della via consolare Cassia Vetus gli insediamenti etruschi videro un fiorire dei commerci e degli interscambi culturali, che favorirono urbanizzazione e sviluppo sociale. Il progressivo abbandono dell'arteria, sostituita verso la fine del II secolo a.C. dalla più pratica e diretta Cassia Adrianea (passante per il fondovalle) produsse una generale emarginazione delle comunità sviluppatesi sulle colline, in favore dei centri più vicini alla nuova linea di comunicazione. Alla caduta dell'Impero Romano le comunità site nell'altopiano valdarnese passarono a fasi alterne sotto Bizantini e Longobardi. Di queste dominazioni rimangono ben impressi i luoghi sacri. La prima menzione ufficiale del borgo di Loro risale ad un documento del 1059 con il quale i Conti Guidi concedevano in subfeudo il locale castello signorile al nobile Ugo, probabilmente esponente della famiglia degli Ubertini. Documenti di poco successivi dimostrano come la zona fosse oggetto di discreto interesse dei potentati locali, ivi compreso il Vescovo di Arezzo. Nel 1293 la Repubblica Fiorentina assunse il controllo diretto del borgo e delle terre vicine. L'inserimento della comunità lorese nel dispositivo militare - commerciale di Firenze produsse un generale sviluppo urbano ed un aumento degli investimenti, operato soprattutto da ricchi cittadini fiorentini ed aretini. I primi statuti ufficiali della comunità di Loro risalgono al 1462. Nel 1646, il Comune è concesso in feudo al senatore Piero Capponi col titolo di marchesato, ma già nel 1665 torna a far parte dei beni del Granduca di Toscana. Nel 1815, con la restaurazione granducale dopo l'occupazione francese, lo stemma di Loro viene ridisegnato (al posto dei rami, tre alberi di alloro in cima ad altrettanti monticelli) per evidenziare la nuova unità amministrativa sorta dopo le modifiche napoleoniche. La pieve di San Pietro a Gropina perché è una delle più belle della Toscana, un capolavoro del romanico. La pieve ingloba l'antica chiesa paleocristiana (V-VI secolo) e l'edificio longobardo (VIII-IX secolo), come attestano alcune tombe ritrovate con le lastre di chiusura ancora scolpite con la tipica croce. Di epoca longobarda è anche il magnifico pulpito (l'iscrizione porta la data dell'825) che le maestranze romaniche, all'opera tra XII e XIII secolo, hanno deciso evidentemente di riutilizzare. Il pulpito, sorretto sul davanti da due colonnine annodate e arricchito con figure a bassorilievo ricche di simboli, sembra mettere in scena, ai nostri occhi di moderni, “un E.T. prima del Mille” – com'è stato scritto – per via del modo fantasmatico, magico, quasi surreale di rappresentare la figura umana. Da notare anche gli splendidi capitelli, in particolare quelli della parte sinistra, che risentono di influssi provenzali, magari filtrati attraverso l'Emilia, dal momento che Gropina dipendeva dall'abbazia modenese di Nonantola. La scrofa con i suoi piccoli scolpita nel capitello del semipilastro a destra dell'ingresso, è simbolo di fecondità della terra. Da vedere anche il suggestivo borgo del Borro, attraversato dalla vecchia strada romana, la via Clodia, successivamente chiamata Cassia. Prende il nome dal castello che ha sede a 275 metri sul livello del mare, il paese è posizionato nel culmine di una guglia, elemento tipico dell'altopiano valdarnese. Coltura tipica della zona è il fagiolo zolfino, così chiamato per il colore giallino che richiama quello dello zolfo. Dalla montagna vengono le castagne, di cui si può vedere la macinazione nel mulino di Loro, insieme a quella del grano. Nella frazione Gorgiti viene sfornato un pane delizioso, che nasce dalla combinazione di farina e acqua del luogo.

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