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Civitella in Val di Chiana

Superficie: -- chilometri quadrati
Popolazione: 9183 abitanti
Densità per chilometro quadrato: abitanti
Principali Eventi
Fiera di San Biagio (prima domenica di febbraio a Tegoleto)
Codice di avviamento postale: 52041
Prefisso telefonico:
Denominazione abitanti:
Santo Patrono: San Bartolomeo
Festa patronale:
Giorni di mercato:
gemellato con ...
Kämpfelbach (Germania)

Frazioni principali del comune

Albergo, Badia al Pino, Ciggiano, Oliveto, Pieve al Toppo, Pieve a Maiano, Tegoleto, Tuori, Viciomaggio.

Statistiche e curiosità su Civitella in Val di Chiana

E' il Comune della provincia di Arezzo sopra i 5000 abitanti con il più basso tasso di natalità (6.7);

E' il secondo Comune della provincia di Arezzo sopra i 5000 abitanti con il minor numero percentuale di divorziati (1.4%) dopo Capolona;

E' il terzo Comune della Toscana con il nome più lungo (26 caratteri), preceduto da Castelnuovo di Val di Cecina e San Casciano in Val di Pesa;

E' il Comune della provincia di Arezzo con il nome più lungo (26 caratteri);

Cenni di storia

Il nome potrebbe derivare dal latino civitas o dal toscano civitella (tipo di frumento), abbinato alla valle lungo la quale scorre il fiume Chiani da Clanis che significa "corso d'acqua fangoso". Civitella domina dalla sommità di un colle a oltre 500 metri su livello del mare. Il territorio comunale si può dividere in due zone: una di bassa montagna, nella quale è situata la stessa Civitella, ricoperta di boschi e costituente una propaggine dei preappennini e una pianeggiante, che forma la parte settentrionale della Val di Chiana. Ed è proprio in pianura che si sono sviluppati i centri più popolati del comune: Badia al Pino, Pieve al Toppo, Tegoleto e Viciomaggio. A seguito dello spopolamento montano, le frazioni hanno nettamente superato per popolazione la stessa Civitella, tanto che nel 1917 la sede comunale fu trasferita proprio nella località più grande, Badia al Pino. Nonostante ciò, il Comune ha conservato l'antica denominazione, un riconoscimento verso l'antico borgo civitellino. Gli oliveti contraddistinguono la fascia collinare e montuosa: l’olio prodotto è di ottima qualità. I vigneti civitellini meritano una citazione, essendo il comune compreso nelle vie del Chianti. Già popolata in epoca romana, Civitella divenne roccaforte longobarda e vi fu costruito il castello che tutt'oggi è visibile. Nell'XI secolo il feudo di Civitella passò sotto il Vescovo di Arezzo, che la designò quale capoluogo del Viscontado della Valdambra. Fu all'epoca che il centro venne ribattezzato "Civitella del Vescovo". Nel XIII secolo il territorio comunale fu messo a dura prova, prima dalla battaglia di Pieve al Toppo fra Siena e Arezzo (ricordata da Dante nel XIII canto dell'Inferno: «Lano, sì non furo accorte le gambe tue alle giostre del Toppo»), vinta da quest'ultima, poi la stessa Civitella fu distrutta. Nel 1272 il Vescovo aretino Guglielmino degli Ubertini la ricostruì, ma dopo la sconfitta aretina a Campaldino (1289), Civitella fu presa da Firenze. Nel 1311 tornò ad Arezzo e proprio a Civitella fu stipulata la pace tra il vescovo Ildebrandino Guidi di Romena e l'imperatore Enrico VII di Lussemburgo, che garantì alcuni anni di relativa pace. Dopo un "tira e molla" tra Arezzo e Firenze, Civitella entrò definitivamente a far parte del territorio di quest'ultima del 1348, divenendo sede di Podesteria. Nel 1774 la cittadina assunse grande importanza per la rivalutazione, voluta dal Granduca di Toscana Pietro Leopoldo di Lorena, dell'antica "strada dei mercanti", che collegava i centri chianini e valdambrini per il commercio del grano. Civitella è ricordata purtroppo anche per una delle più sanguinose stragi della Seconda guerra mondiale. La rocca longobarda, da secoli simbolo di Civitella, fu distrutta da un bombardamento alleato, poiché al proprio interno si era installato il locale comando tedesco, ma soprattutto fu sconvolta da quello che poi è divenuto noto come l’eccidio di Civitella. Insieme alle frazioni di Cornia e di Gebbia, il paese fu teatro di una tremenda strage nazifascista, con il territorio messo a ferro e fuoco: persero la vita 176 civili inermi. Per non dimenticare e farne un motivo di divulgazione dei valori della pace, il Comitato Organizzatore - in collaborazione con la popolazione e l’amministrazione comunale - ha allestito nel centro di Civitella, in Piazza Martiri, una “Sala della Memoria”, inaugurata nel 2004, sessantesimo dell’eccidio. In questa sala sono esposti alcuni reperti rinvenuti sulle vittime, numerose fotografie del paese prima e dopo la distruzione, documenti di archivio, ricerche storiche, testimonianze, inchieste giudiziarie, libri, videocassette registrate nel corso degli anni e vari residuati bellici.

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