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Abbazia di Vallombrosa

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Abbazia di Vallombrosa
Via San Benedetto, 2
50066 Reggello (FI)
Tel 055 862251
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Abbazia di Vallombrosa

La congregazione dei Vallombrosani è nata su spinta di San Giovanni Gualberto, proveniente da un'illustre famiglia fiorentina, che nel 1036 si ritirò con pochi seguaci in un luogo chiamato allora Acquabella. San Giovanni Gualberto, che è il patrono del Corpo Forestale dello Stato, promosse la riforma del clero, nella convinzione che la vita in comune e il ritorno a una povertà evangelica avrebbero condotto al rinnovamento della Chiesa. Dopo un primo oratorio costruito in legno, la comunità vallombrosana poté passare a una chiesa in pietra (1058), sostituita da un edificio più ampio negli anni 1224 – 1230, mentre anche il monastero prendeva corpo e volume. Dopo una fase di grandi lavori nel corso del secolo XV - cui si devono il chiostro grande, la sacrestia, la torre, il refettorio con la cucina - e dopo una lunga serie di incendi e ricostruzioni, è nel Seicento, con ulteriori perfezionamenti nel primo Settecento, che la chiesa assume l'aspetto omogeneo di oggi. Nel 1713, su richiesta dei Vallombrosani il monastero fu elevato ad Abbazia, e il primo abate fu Giovanni Francesco Luci. Tuttavia, l'imponente patrimonio artistico accumulato nel corso dei secoli ha subito un notevole depauperamento a seguito della soppressione napoleonica dei conventi (1808) e alla demanializzazione della proprietà in epoca sabauda (1867); solo dal 1949, infatti, i Vallombrosani sono tornati a prendere possesso del monastero. All'esterno il grande complesso mantiene ancor oggi, col suo campanile del XII secolo e la torre del XV secolo, un carattere austero di contenuta eleganza. La facciata del monastero si deve a Gherardo Silvani (1637) che intervenne proseguendo l'opera di Alfonso Parigi; allo stesso Silvani si deve anche la facciata della chiesa (1644) preceduta da un portico nel quale si trova una statua del santo fondatore, del primo Seicento. Gli stemmi sono quelli dei Medici e di Vallombrosa, quest'ultimo raffigurante un bastone a forma di tau.

Dove Siamo

All'abbazia di Vallombrosa si arriva da Firenze percorrendo la via Aretina per Pontassieve, Pelago e Tosi, oppure prendendo l'autobus delle linee Sita con partenza dalla stazione di Santa Maria Novella o di Pontassieve. Per chi vuol raggiungere Vallombrosa percorrendo l'autostrada A1, l'uscita è quella di Incisa Valdarno, con prosecuzione attraverso Reggello e Saltino. Per chi vi arriva dal Casentino, c'è da percorrere la strada del valico della Consuma, con tracciato lungo la foresta per circa 9 chilometri.

Servizi

L'interno, a croce latina, presenta un'omogenea connotazione barocca affidata alla ricca decorazione ad affresco delle volte (1779 – 1781, G.A. Fabbrini ), e a una serie di altari con tele del Sei e Settecento, a cominciare dall'altar maggiore su cui è esposta l'Assunta del Volterrano, l'altare del transetto a sinistra con la Trinità di Lorenzo Lippi; e altri sui quali si trovano opere che esaltano i santi vallombrosani, dovute ad Agostino Veracini, Antonio Puglieschi, Niccolò Lapi. Notevoli sono anche la Conversione di Saulo di Cesare Dandini (cappella dei Conversi, oggi Battistero) e, nella splendida cappella dedicata a San Giovanni Gualberto, l'affresco di Alessandro Gherardini, l'altare in scagliola di Enrico Hugford, la tela di Antonio Franchi. Pregevole è anche il coro ligneo dietro l'altare maggiore, opera di Francesco da Poggibonsi (1444 – 1446); tra i reliquiari va ricordato quello dedicato al braccio del santo fondatore, opera dell'orafo fiorentino Paolo Sogliano (1500). Altre zone di interesse particolare sono la sagrestia rinascimentale, nella quale sono esposte una tavola di Raffaellino del Garbo con San Giovanni Gualberto e altri santi (1508), e una grande pala di terracotta invetriata della bottega di Andrea della Robbia.

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