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Abbazia di Montecorona

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Abbazia di Montecorona
Via Badia di Montecorona
06019 Umbertide (PG)
Tel 0759411810
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L'abbazia di San Salvatore di Montecorona, a 4 chilometri da Umbertide (Comune in cui si trova) e ai piedi dell'omonimo colle, sarebbe stata fondata da San Romualdo nel 1008, qualche anno prima della fondazione dell'eremo di Camaldoli. Nel 1050 il monastero fu retto da San Pier Damiani. I monaci si dedicavano al lavoro individuale e comunitario, privilegiando quello agricolo e artigianale. L'antica cripta seminterrata è di notevole valore artistico e culturale; è composta di un vasto locale diviso in cinque navate, con colonne di vari stili che sorreggono le basse volte. La chiesa superiore, a tre navate, fu consacrata nel 1105; conserva resti di affreschi ed un coro ligneo di buona fattura. Interessante il campanile a pianta ottagonale e circolare, forse anticamente torre di difesa, con l´orologio recentemente restaurato. In occasione delle celebrazioni per il millennio dell'abbazia, nel 2008, è stato inaugurato un museo di oggetti religiosi e di materiale archeologico rinvenuto durante gli scavi per la ristrutturazione della chiesa. Dall'abbazia si sale ai 705 metri dell'Eremo, lungo una strada circondata da boschi di faggi e castagni e punteggiata da edicole votive.

La struttura

La chiesa superiore fu costruita in due tempi: dapprima la parte sopra la cripta, consacrata da San Giovanni da Lodi, vescovo di Gubbio e dedicata a Santa Sofia; successivamente, nel XVI secolo, una volta edificato l'Eremo di Montecorona, fu necessario ingrandire la chiesa e il prolungamento che fu costruito, dedicato a Sant'Agnese, venne destinato ai fedeli, mentre la parte più antica rimase riservata ai Monaci. La chiesa è stata ristrutturata e trasformata nel Settecento e quindi riportata allo stato originario negli anni sessanta. La chiesa superiore, nella parte aggiunta nel XVI secolo, è a una sola navata, con due volte a vela e con ai lati due cappelle ornate da altari barocchi. Un arco divide l'unica navata dal vasto presbiterio rialzato in cui si trova l'impianto originale più antico: questo è formato da tre navate che finiscono con tre absidi; le navate sono scandite da quattro archi a tutto sesto per ogni lato, che poggiano su pilastri e colonne in pietra alternati. Al centro della grande navata, al momento della costruzione, fu posto un bellissimo altare, la cui mensa è ora collocata nella navata a sinistra. Nel 1959, nell'esecuzione dei lavori di sistemazione e ripristino, al posto del grande altare fu sistemato un ciborio dell'VIII secolo, ivi trasportato dalla chiesa di San Giuliano delle Pignatte, ma probabilmente originario della stessa Badia. Al termine della navata centrale si eleva un arco ogivale che introduce alla bellissima abside gotica caratterizzata da linee slanciate ed eleganti. Nell'abside (abbellita da tele del XVI e XVII secolo tra cui una del 1549 che raffigura la Madonna e quattro Religiosi) è posto un coro ligneo di buona fattura (XVI secolo). Sotto il presbiterio si trova l'antica cripta, seminterrata e del tipo ad oratorium, dedicata alla Madonna delle Grazie. L'ampia cripta, "vera e propria chiesa inferiore", è composta da un vasto locale diviso in cinque navate di sei campate ciascuna e termina con tre absidi; è ricca di. colonnine di vario stile che sorreggono il soffitto fatto di piccole e basse volte a crociera con archi trasversali e longitudinali e mostra decorazioni di gusto bizantino. All'esterno, vicino alla facciata, si trova l'imponente campanile, con l'orologio restaurato nel 1992. La torre campanaria nasce in pianta circolare (epoca longobarda) e prosegue verso l'alto (XIV secolo), diventando prima endecagonale (11 lati) poi ottagonale. Alla Badia sono annessi alcuni edifici (ora proprietà privata) con le cellette e una infermeria, un tempo riservati ai monaci anziani o ammalati. L'abbazia di Montecorona fu centro di varie e alterne vicende. Fu monastero assai importante che nel 1275 aveva giurisdizione su 21 chiese, fu un grande centro di meditazione e preghiera; un grande centro di cultura e di ricerca con la sua farmacia, e un importante luogo di ospitalità per pellegrini e viandanti. Nel 1234 il pontefice Gregorio XI concesse all'ordine dei monaci cistercensi l'Abbazia di S. Salvatore, la quale tornò ai camaldolesi nel 1434, per ordine di Eugenio IV. Nel 1520 papa Leone X, dato il particolare momento storico pieno di incertezze, consentì all'eremita camaldolese Paolo Giustiniani di fondare nuovi eremi e riformare le regole di quelli esistenti e scarsamente funzionanti; l'ordine di Paolo Giustiniani venne riconosciuto nel 1523 e chiamato Congregazione di San Romualdo; nello stesso anno, si ricorda, l'Abbazia di San Salvatore ritornò ai camaldolesi. Dal 1526 iniziò per l'Abbazia di San Salvatore di Monte Acuto, che in questo periodo cominciò ad essere chiamata Badia di Montecorona, un periodo di grande importanza, fino a divenire il punto di riferimento per tutto l'ordine dei Coronesi. Nel 1528 fu stabilito di costruire l'eremo sulla vetta del Monte Corona, per la sua vicinanza sia con l'Oratorio di San Savino che con l'Abbazia di San Salvatore. L'Eremo era il fulcro della vita spirituale e l'Abbazia la sede più importante delle attività economiche. Alla Badia erano concentrati i magazzini e gli uffici amministrativi; vi erano inoltre le abitazioni per gli eremiti che, per vecchiaia o per infermità, non potevano osservare le rigorose regole di vita praticate dai confratelli che vivevano all'Eremo. L'Abbazia era provvista anche di una farmacia che ebbe grande importanza fuori dai confini locali per certi farmaci estratti dalle erbe; in particolare, erano rinomatissimi il "Balsamo" ed il "Fisco", liquori contro la malaria.

Dove Siamo

Per arrivare all'abbazia di Montecorona, l'asse viario di riferimento è la E45 anche per chi esce dall'autostrada A1, tanto da nord (casello Arezzo e prosecuzione per Città di Castello e poi E45 fino all'uscita di Gubbio) quanto da sud (casello di Orte ed E45 da Terni fino allo svincolo per Gubbio), mentre per chi proviene dall'Adriatico è consigliabile la strada che collega Ancona con Jesi e Fabriano, fino a Gubbio e la strada 219. Stazione ferroviaria a Umbertide.

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