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La Rambona di Pollenza

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La Rambona di Pollenza
Via Cardinale Cento
62010 Pollenza (MC)
Tel 0733 216696
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E' il monumento più importante e ricco di storia e d'arte, del paese di Pollenza. Testimonianze storiche fanno risalire la sua costruzione intorno all'anno 891 - 898 ad opera della regina longobarda Ageltrude, figlia di Adelchi principe di Benevento e moglie di Guido, duca di Spoleto e marchese di Camerino. Purtroppo, questa bella e potente Abbazia che nell'alto Medioevo possedeva beni, chiese e priorati, nel 1443 subì il saccheggio e l'incendio da parte di Ciarpellone, capitano di Francesco Sforza. Il monastero andò completamente distrutto e la chiesa rimase abbandonata. Oggi dell'antico tempio rimangono solamente il Presbiterio e la Cripta in quanto le navate della chiesa, nella seconda metà dell'ottavo secolo, furono separate dal resto del monumento e trasformate in abitazioni private.

L'abbazia e la sua storia

La cripta è molto ampia, divisa in tre navate con volte sostenute da due pilastri e dodici colonne che si ergono su basamenti di forma diversa, gravate di capitelli i quali nella linea e nella decorazione possono dirsi di epoca altomedioevale, scolpiti quindi in funzione dell'edificio. Negli anni 1981 e 1982 sono stati fatti dei sondaggi che hanno portato al ritrovamento di parte delle fondazioni della facciata e del pilastro di destra dell'antica chiesa, che mostrano il riutilizzo di materiali provenienti da edifici di età classica. Sotto l'absidiola della testata della navatella destra, è stata scoperta una cella eremitica a pianta rettangolare con il piano in terra battuta alla quale si accede alla Cripta attraverso una piccola apertura. Secondo la tradizione, in questa cella si ritirava a meditare Sant'Amico, monaco sacerdote e abate - che dimorò nel monastero di Rambona intorno al Mille. La testimonianza più autorevole e preziosa circa la vita e la santità del glorioso Abate la troviamo nel "Liber Gratissimus" scritto da San Pier Damiani nel 1052 ove si legge: "AMICUS ABBAS RAMBONENSIS FILIUS BONJOANNIS MILITIS CASTRI MONTIS MILONIS NATUS EST IN EODEM CASTRO... MORTUS EST IN HOSPITIO DIVIE MARIAE INFRA EODEM CASTRO SITO IN QUO AEGROTANS DE LATUS EST". Il ritrovamento più sensazionale avvenuto durante i suddetti sondaggi è un piccolo santuario, scavato nella roccia argillosa, dedicato al culto delle acque e alla dea Bona, protettrice della fecondità. E' un ipogeo triconco con un corridoio e scala di accesso, un tempo in diretta comunicazione con la cripta e con la navata centrale della chiesa, ma oggi - purtroppo - non accessibile al visitatore in quanto compreso nei sotterranei della proprietà del conte Filippo Antonelli Incalzi che comprende anche la navata centrale e settentrionale dell'antico Tempio. L'abbazia abbracciò la riforma cistercense, il cui passaggio non ha subito segni nella fisionomia dell'edificio che presenta le caratteristiche tipiche delle costruzioni benedettine delle origini. La fortuna del cenobio subì un violento colpo di arresto con l'arrivo delle truppe di Francesco Sforza che saccheggiarono e distrussero buona parte del complesso abbaziale, tanto che Eugenio IV, i un ultimo tentativo di risollevarne le sorti, decise nel 1435 di destinare i suoi beni prima al Vescovo di Camerino e tre anni dopo, all'Abate di San Lorenzo in Doliolo di San Severino Marche. Provvedimenti inutili che non impedirono l'amministrazione commendataria che si susseguì dal 1483 al 1821. Neanche il ritorno dei monaci cistercensi, ottenuto nel secolo XVIII dal cardinale commendatario Pietro Conti, riuscì a ricostituire un'attività cenobitica efficace per contrastare la decadenza. Distrutto il monastero, mutilata la chiesa, il luogo divenne in parte proprietà privata e solo il riconoscimento della funzione parrocchiale, di fatto istituita nel 1819, ha impedito il totale disfacimento dell'edificio.

Dove Siamo

Dall'uscita dell'autostrada A14 di Civitanova-Macerata, immettersi nella superstrada 77 e uscire a Pollenza, poi prendere la direzione dell’Abbazia di Rambona – Centro. Per chi proviene da Tolentino, seguire sempre la superstrada 77 e uscire a Pollenza.

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