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Fiume Ombrone

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Fiume Ombrone

Castelnuovo Berardenga (SI)
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Il Fiume Ombrone

L'Ombrone è il principale fiume che bagna la parte meridionale della Toscana. Il suo letto è particolarmente sedimentoso a causa della forte erodibilità delle formazioni plioceniche argilloso-sabbiose dei terreni su cui scorre, in particolare quelli costituenti le cosiddette "Crete senesi": per questo motivo, il suo deflusso torbido annuo (cioè la "portata" di sedimenti) è superiore addirittura a quello dell'Arno. In epoca granducale, questa caratteristica è stata sfruttata per bonificare in un tempo relativamente breve le paludi costiere che costituivano la Maremma Toscana. L'Ombrone è un fiume dal regime estremamente torrentizio, che alterna periodi di magra estremi in estate con turbinose piene in autunno. Il 4 novembre 1966, a seguito di svariati giorni di violente precipitazioni, la portata crebbe sino a raggiungere l'eccezionale valore di 3.500 metri cubi al secondo, così che il fiume invase gran parte delle campagne lungo il suo corso e la parte centro-meridionale della città di Grosseto. Il 9 dicembre 1995 ha registrato invece il culmine della magra invernale più intensa osservata nell'Ombrone in tempi storici, paragonabile addirittura alle magre estive. Si pensa che l'elevato arretramento dei lidi prossimali alla sua foce, rilevato a partire dagli anni trenta, e più accentuato lungo il lembo meridionale del delta, sia dovuto a un fenomeno di subsidenza legata al consolidamento dei depositi deltizi subattuali.

Principali città attraversate

Castelnuovo Berardenga, Rapolano Terme, Asciano, Buonconvento, Murlo, Montalcino, Civitella Paganico, Cinigiano, Campagnatico, Scansano e Grosseto

Principali affluenti

Arbia, Merse, Orcia, Trasubbie prima di sfociare nel Mar Tirreno nei pressi di Grosseto

Flora e Fauna Ittica

Nel parlare della fauna ittica dell'Ombrone, occorre sottolineare che i salmonidi sono rari per non dire assenti, a parte quelli immessi durante i ripopolamenti; i ciprinidi, invece, sono numerosi tanto come numero di specie che come densità di popolazione. Alcune specie ittiche, come cavedano, barbo, alborella e carpa sono comuni o abbondanti nel medio e basso corso del fiume. Altre specie sono molto rare e vivono in ristrette aree del bacino: cavedano etrusco, considerato da Bianco (1984) endemico dei bacini dell'Ombrone, del Tevere e dell'Arno e, nel medio-alto corso il vairone, il ghiozzo di ruscello e la rovella. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una vera invasione di specie ittiche alloctone immesse per scopi sportivi o di specie da acquario rilasciate per abbandono come il carassio, il pesce gatto maculato, la pseudorasbora o il barbo spagnolo. Inoltre nelle acque del fiume e dei suoi affluenti sono presenti molte specie transfaunate dalla pianura Padana quali la lasca, la savetta, il triotto e il pigo. Specie di risalita sono cefalo e muggine labbrone, oltre a laccia o cheppia: popolazioni di quest'ultima si possono ancora osservare durante il loro periodo di risalita, stazionamento e discesa in mare (primi di aprile – seconda metà di maggio), ma il tragitto di risalita di queste specie si esaurisce in prossimità dello sbarramento realizzato in Località Steccaia, non lontano da Istia d'Ombrone. Notevole è stata la diminuzione (quasi sparizione) delle anguille, fatto del resto comune a tutto il bacino del Mediterraneo dal 1988 ad oggi.

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