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Galleria Nazionale delle Marche

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Galleria Nazionale delle Marche
Piazzale Duca Federico, 13
61029 Urbino (PU)
Tel 0722322625
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La Galleria

La Galleria Nazionale delle Marche, "perla" di una città dal fascino tutto particolare come Urbino, trova sede all’interno del palazzo che Federico da Montefeltro ha voluto a gloria della sua casata, espressione della sua personalità di uomo del Rinascimento. Federico giunge al governo dello Stato dei Montefeltro nel 1444 e si distingue subito per due doti: abilità politica e moderazione, che lo rendono immediatamente principe gradito ai sudditi e alle corti italiane. Sotto il suo dominio, Urbino assume le prerogative di città rinascimentale: affidandosi alla mano di decoratori, artisti e architetti all'avanguardia come Piero della Francesca o Leon Battista Alberti, Federico trasforma definitivamente il contesto culturale e urbano. Sul Palazzo Ducale, un ruolo determinante lo ha avuto l'architetto dalmata Luciano Laurana, autore dei torricini. Nel 1459 Federico aveva già dato avvio all'ampliamento e alla nuova decorazione della modesta residenza esistente dei conti del Montefeltro. Iniziò dall'ala prospiciente l'attuale piazza Rinascimento, caratterizzata dalla lunga facciata ornata di bifore, che corrisponde all'interno all'Appartamento della Jole, così chiamato per l'imponente camino della prima sala, ornato dalle figure di Ercole e Jole. Nel 1474, Federico ebbe da Sisto V della Rovere l'ambita nomina a duca e l'orgogliosa iscrizione FE-DUX campeggia dopo quella data su molte parti del palazzo. Alla morte del duca, nel 1482, la cultura e la raffinatezza della corte di Urbino diventano appannaggio del figlio Guidubaldo e della sua consorte Elisabetta Gonzaga. Con loro finisce la dinastia dei Montefeltro per passare in linea femminile al ramo dei Della Rovere. Il secondo piano del palazzo, che fu ristrutturato e sopraelevato alla metà del Cinquecento per volere di Guidubaldo II Della Rovere, ospita attualmente le collezioni di dipinti del Seicento, la grafica e le collezioni di ceramiche. Il ducato prospera fino al 1631, anno in cui passa al domini della Chiesa. Vittoria della Rovere, ultima della dinastia, porterà a Firenze, dove va sposa al cugino Ferdinando de' Medici, tutta la "Guardaroba" ducale.

Servizi

Nell'ala orientale del palazzo, formata da sette sale, si trova l'appartamento della Jole e tra le opere vi è l'alcova di Federico da Montefeltro (di Giovanni da Camerino), rara testimonianza di arredamento del Quattrocento. In queste sale si trovano le sculture del primo rinascimento (Luca della Robbia, Michele di Giovanni da Fiesole detto il Greco, Agostino di Duccio, Francesco di Giorgio Martini). Proseguendo si entra nell'appartamento dei Melaranci: questi ambienti erano probabilmente destinati insieme al successivo Appartamento degli Ospiti, ad accogliere gli ospiti importanti. Tra le opere presenti si segnalano i polittici Madonna col bambino e Storie della vita di Gesù di Giovanni Baronzio e l'Annunciazione di Olivuccio di Ciccarello. L'Appartamento degli Ospiti si compone di cinque sala delle quali solamente quattro sono visitabili. Una sala è detta del Re d'Inghilterra e sta ad indicare come la tradizione di ospitare personaggi di riguardo sia giunta anche a tempi più a noi vicini. Dopo l'appartamento degli ospiti, c'è quello del duca Federico, ovvero la parte più importante della galleria nella quale sono contenute le opere più preziose. La sala delle udienze contiene fra l'altro la Flagellazione e la Madonna di Senigallia, realizzate entrambe da Piero della Francesca. Lo studiolo del duca Federico ha pregevoli stucchi sulla volta ed è rivestito nella fascia inferiore di legno intarsiato da Baccio Pontelli su disegni di Sandro Botticelli, di Francesco di Giorgio Martini e di Donato Bramante. Nelle sale di rappresentanza si trovava il cuore del palazzo ducale e della vita di corte; nella sala degli Angeli ci sono la Veduta della città ideale, attribuita - tra gli altri - a Luciano Laurana, e la Pala del Corpus Domini, composta dalla tavola della Comunione degli Apostoli di Giusto di Gand e la predella del Miracolo dell'Ostia profanata di Paolo Uccello. Nella sala delle Veglie fu ambientato il Libro del Cortegiano di Baldassarre Castiglione: qui oltre a un nutrito gruppo di opere di mano di Giovanni Santi, troviamo anche due tele (una volta due lati dello stesso stendardo) di mano di Luca Signorelli con la Discesa dello Spirito Santo e la Crocifissione. Nell'appartamento della Duchessa si trovano infine opere cinquecentesche come Ritratto di gentildonna e Santa Caterina di Alessandria di Raffaello o L'ultima cena e Resurrezione di Tiziano.

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