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Museo della Carta e della Filigrana

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Fabriano e' una delle pochissime citta' al mondo nelle quali ancora oggi si fabbrica carta a mano

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Museo della Carta e della Filigrana
Largo Fratelli Spacca, 2
60044 Fabriano (AN)
Tel 0732 22334
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Fabriano, città della carta e della filigrana. Il museo a esse dedicato, che si trova in largo Fratelli Spacca, ha una funzione altamente didattica: in esso sono infatti contenuti tecniche, macchinari e segreti. Il materiale documentario relativo ai secoli XII, XIII e XIV, conservato presso l'Archivio Storico Comunale di Fabriano, consente una ricostruzione parziale e frammentaria degli inizi e della evoluzione che qui ha avuto la lavorazione della carta. Gli antichi lanaioli possedevano un edificio per il "purgo" dei panni e numerosi locali attrezzati per la lavorazione denominati "gualcherie" o "gualchiere" e questa è da ritenere l’arte che dà il via alla fabbricazione della carta, ipotesi avvalorata dal fatto che la corporazione dei cartai risulta ufficialmente costituita nel 1326. L'abilità creativa dei primi artieri favorisce rapidamente la crescita qualitativa e quantitativa della produzione e perfeziona le rudimentali tecniche di lavorazione, a tal punto che nel giro di pochi decenni Fabriano diventa la culla dell'arte della carta in Europa. Sfuggono tuttavia all'indagine storica le origini di un così importante processo di sviluppo da cui ha inizio l'industria cartaria marchigiana in un centro dell'entroterra appenninico predisposto a questo genere di attività produttiva proprio perché favorito dalle fiorenti manifatture dei panni lana che, con le loro diverse fasi di lavorazione (alcune delle quali come la follatura eseguite con le "gualche" mosse da ruote ad acqua) possono aver suggerito l'impiego della pila idraulica a magli multipli per battere gli stracci, da cui si ricava la poltiglia per la pasta da carta, eliminando così il mortaio di pietra e il pistone di legno azionato a mano usato dagli Arabi.

La Storia della Carta di Fabriano

Fabriano è una delle pochissime città al mondo nelle quali ancora oggi si fabbrica carta a mano, a testimonianza della volontà di non recidere i legami con una tradizione pluricentenaria. I preziosi fogli che escono dal reparto "tini" vengono utilizzati per edizioni di pregio, disegno artistico e stampe d'arte, corrispondenza e partecipazioni, diplomi di laurea e buoni del tesoro. Le materie prime di cui ci si serve per la loro produzione sono sceltissime: cotone, canapa, lino e coloranti speciali; e molto accurata è la preparazione dell''impasto che viene effettuata per mezzo delle vecchie raffinatrici olandesi. La fase centrale della lavorazione è rimasta uguale a quella di 700 anni fa. Il "lavorente", ripetendo gli stessi gesti dei cartai fabrianesi del XIII secolo, immerge con la sua mano sensibilissima la forma nel tino e ne estrae ogni volta la stessa quantità di pasta che distribuisce uniformemente su tutta la superficie della tela. Già sul finire del 1200, gli artigiani attivi a Fabriano usavano contraddistinguere la propria produzione con marchi di filigrana. Oggi le filigrane rappresentano una importante testimonianza della perfezione raggiunta dalle cartiere fabrianesi in questo settore, in particolare per la produzione di carte valori. Punto di partenza per realizzare una filigrana ricca di effetti in chiaro-scuro è la preparazione del punzone per trasferire l' immagine a "sbalzo" sulla tela filigranatrice. E' quasi certo che i primi punzoni furono approntati, nella metà del XIX secolo, scolpendo l'immagine in "positivo" sulla superficie di una tavoletta di legno duro (noce, ciliegio, bosso). Ponendo sopra il punzone così preparato la tela di bronzo, previamente "ricotta", ed eseguendo con attenzione una "battitura" tra i due elementi con apposito martello e cuscinetto di feltro, l'immagine si riproduce sulla tela. Prendendo spunto dalla fusione delle sculture in bronzo, nella seconda metà dell' 800 si passa alla tecnica della "cera perduta". Essa consiste nell'incidere contro luce una lastra di cera. L'incisore, asportando la cera con appositi bulini, crea piani e tratti più o meno elevati determinando così tutte le minime sfumature che compongono l'immagine. Una volta completata la fase dell' incisione, la cera viene rivestita uniformemente di un sottile strato di materiale terroso refrattario formando la cosiddetta "tonaca ". Esposta ad una temperatura di poco superiore a quella di fusione, la cera si liquefà ed esce dall'involucro da uno o più fori praticati nella tonaca. In questa, opportunamente rinforzata, si effettua una colata di bronzo fuso che poi raffreddato costituisce il punzone per il trasferimento dell'immagine sulla tela.

Come raggiungerci

Da Ancona percorrere l'Autostrada A14 in direzione Roma: uscita Ancona nord oppure superstrada S.S. 76 con uscita uscita Fabriano est. Per chi arriva da Roma, Autostrada A 24 in direzione Firenze: uscire a Orte e proseguire sulla strada statale Flaminia, dopo Osteria del Gatto seguire per Fabriano S.S. 76 con uscita Fabriano ovest. Dall'aereporto "Raffaello Sanzio" di Falconara, prendere la superstrada S.S. 76 direzione Roma, con uscita Fabriano est.

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