Le mummie di Ferentillo, visibili in teche di cristallo, sono state scoperte nel 1805 quando un editto napoleonico ordinò l'esumazione delle salme dall'interno delle chiese. Nella cripta della chiesa di Santo Stefano in località Precetto sono una ventina i corpi mummificati: il più antico ha oltre quattro secoli, il più recente è del XIX secolo. La miracolosa conservazione dei cadaveri è dovuta all'atmosfera secca dei sotterranei, unita all'azione di particolari microrganismi. Le salme deposte in questo luogo si trasformavano in breve tempo in mummie che rispettavano perfettamente le fattezze del corpo originale. Nonostante siano trascorsi tanti secoli, le mummie di Ferentillo, perfettamente conservate, ripropongono diverse tipologie di personaggi vissuti anticamente nel piccolo Comune della provincia di Terni. Le Mummie di Ferentillo sono una realtà unica nel suo genere, perché è difficile trovarne di questo tipo; in alcune si possono ancora scorgere i peli della barba o dei baffi, in altre le piaghe che testimoniano la malattia all’origine del decesso. Le mummie sono sistemate in apposite vetrine e due di esse conservano tracce di abbigliamento.

Cosa vedere al Museo delle Mummie

Il museo si trova in una grotta sotto la chiesa di Santo Stefano nel paese inferiore, cioè alla destra del fiume. I corpi mummificati sono protetti da teche di vetro: c'è il soldato napoleonico impiccato, due giovani sposi cinesi morti di colera dopo un viaggio a Roma, l'avvocato del paese ucciso con una coltellata, una ragazza morta di parto con il bambino appena nato, il gobbo Severino. Un centinaio di teschi allineati in fondo ai locali contribuiscono, inoltre, a creare un’atmosfera molto particolare. Il museo venne creato alla fine del XIX secolo, quando scavi effettuati nella cripta della vecchia chiesa del paese portarono alla luce numerosi corpi mummificati, alcuni dei quali con gli abiti ben conservati. Oggi, però, l'aria umida entrante dalle finestre ne ha compromesso lo stato di conservazione, sia degli abiti che delle mummie stesse. Il museo è visitabile solo in determinati giorni e uno scorcio di esso appare nella sigla di apertura del film "Nosferatu, principe della notte", con Klaus Kinski. Una particolare ricostruzione riguarda le mummie di due asiatici (riconoscibili dalla caratteristica fisionomia). Le leggende narrano di un ricco uomo e della sua sposa, probabilmente cinesi, in viaggio di nozze in Italia nel periodo in cui l'Europa era afflitta dalla piaga della peste nera; dopo essersi ammalati, morirono a Ferentillo, dove furono sepolti nella chiesa del paese. La leggenda è supportata dalla presenza dei loro abiti, in buona condizione fino agli anni settanta. Tanta curiosità ha suscitato il terreno della cripta al fine di ricavare dati certi sul particolare fenomeno in atto, quello appunto della mummificazione, ma ancora un motivo certo non è stato individuato; sono stati fatti dei tentativi sul processo di mummificazione con corpi di animali, che hanno rivelaroto il rapido processo di mummificazione del terreno della cripta e sembra che a mummificare le mummie sia un batterio che disidrata i corpi.